12.3.10

Accettare la vita

di Ferruccio Parazzoli

La vita è come l'acqua, riempie tutti i vuoti. Che vuole dire questo pensiero così improvvisamente nato dentro di me nell'osservare la sorprendente adattabilità dell'essere umano ad ogni evenienza, anche la più dolorosa, la sua innata capacità nel riempire ogni mancanza, nel supplire alle «mille offese naturali ereditate dalla carne» così come le chiama Shakespeare per bocca di Amleto? Vuole dire che l'uomo è forte, purché non si opponga al flusso imperioso della vita. Se questa forza sia sempre una virtù è difficile riconoscerlo, dipende dalla consapevolezza di chi ne fa uso. Vere restano le parole del sapiente che enumera le cinque cose che nessuno al mondo, neppure Brahma, può fare: che colui che è soggetto a invecchiamento non invecchi; che colui che è soggetto a infermità non si ammali; che colui che è soggetto a morte non muoia; che quanto è soggetto a deperimento non decada; che quanto è soggetto a passare non passi. Ma accettare la vita è già vincere le cinque barriere che, se accettate come insuperabili, renderebbero vani i nostri giorni. E accettare la vita vuole dire che, al di là di ogni ostacolo, la vita ha un senso così come, al di là della linea dell'orizzonte, il mondo continua. Oltre ogni umana saggezza, il cristiano è padrone del senso della vita.

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