18.12.08

Science assegna il suo 'Oscar' per il 2008 alla cellula adulta che torna bambina

Per il settimanale americano la riprogrammazione cellulare è la scoperta scientifica più significativa dell'anno
di ALESSIA MANFREDI

Cellule adulte che riprogrammate tornano bambine, regredendo fino allo stadio embrionale, con le stesse pluripotenzialità. E' questo per la rivista Science il traguardo scientifico più importante dell'anno, che si aggiudica il riconoscimento di breakthrough of the year.

L'"Oscar 2008", secondo la pubblicazione di riferimento in ambito scientifico, va alla riprogrammazione cellulare per le prospettive che questa scoperta apre per la cura di malattie come l'Alzheimer, il Parkinson, le distrofie. La top ten completa del meglio nei vari ambiti della scienza è stilata in un numero speciale in edicola venerdì, e comprende anche l'osservazione diretta dei pianeti extrasolari e lo sviluppo di nuovi materiali superconduttori. Non mancano le previsioni per l'anno prossimo: neuroscienze, bosone di Higgs e acidificazione degli oceani sono tra i filoni di ricerca da tenere decisamente d'occhio, che riserveranno le maggiori sorprese nel 2009, secondo Robert Coontz che ha curato la classifica.

Le linee cellulari ottenute dalla regressione delle cellule adulte del nostro corpo - come quelle della pelle - in staminali, con le stesse potenzialità di quelle embrionali senza però le complicazioni etiche collegate alla manipolazione dell'embrione, suggeriscono nuove vie per la cura di diverse gravi malattie non ancora sconfitte, che interessano milioni di persone; e porteranno a una maggiore comprensione dei meccanismi che le provocano, necessaria per ogni ulteriore progresso.

"Quella scelta da Science è sicuramente la prospettiva più interessante per le staminali" commenta a Repubblica.it il genetista Edoardo Boncinelli. "Partire da cellule qualsiasi e in laboratorio riuscire a farle regredire a staminali ci dà un potere enorme. La prima volta che questi risultati uscirono erano bellissimi dal punto di vista biologico, ma si invocava una certa cautela. Oggi sono considerati affidabili e hanno un ulteriore vantaggio: dal punto di vista etico non c'è nulla da dire. E' ancora presto per cantare vittoria, ma si tratta di risultati molto importanti, che sono stati ripetuti da diversi ricercatori".

Per Coontz, vice direttore editoriale della rivista americana, "la riprogrammazione cellulare ha aperto praticamente all'improvviso un nuovo campo della biologia e porta con sé la speranza di progressi medici salvavita": per questo merita il titolo di scoperta dell'anno.

Due anni fa, in una serie di esperimenti condotti sui topi, i ricercatori mostrarono che era possibile cancellare la memoria dello sviluppo di una cellula, inserendo quattro geni. Una volta tornate allo stadio embrionale, le cellule potevano essere trasformate in tipi completamente differenti. La notizia entusiasmò la comunità scientifica, perché, se applicabile all'uomo, avrebbe aperto la strada alle applicazioni mediche delle staminali, in alternativa alle tanto discusse embrionali.

Quest'anno i progressi si sono moltiplicati rapidamente. Due équipe di ricerca, in modo indipendente, hanno preso cellule da un paziente malato e le hanno riprogrammate in staminali. Le cellule trasformate sono sopravvissute in laboratorio e si sono divise, a differenza della maggior parte delle cellule adulte che non sopravvivono facilmente in coltura. Alle cellule, poi, è stata fatta assumere una diversa identità, come quella delle cellule maggiormente malate del paziente donatore. Un altro gruppo di ricerca, lavorando su cellule di topo, è riuscito a trasformare un tipo di cellule mature del pancreas, le esocrine, in un tipo completamente diverso: cellule beta.

Progressi che segnano una svolta e che non solo permettono di capire meglio come si sviluppano le malattie, ma aprono la strada allo sviluppo di nuovi farmaci. E che in futuro potrebbero portare a curare pazienti malati con le loro stesse cellule, in versione sana.

repubblica.it

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