"Il rimbalzo dei mercati c'è, ma non sono ottimista per l'Europa, anche perché sarà difficile bilanciare il sostegno alla ripresa è il rischio di scatenare l'inflazione." Parola di Luigi Zingales, economista e docente all'Università di Chicago.
Per cominciare, è davvero possibile fare previsioni in una fase come questa, oppure tutti, Bce inclusa, tirano a indovinare?
«È un momento complicato, ma alcuni sintomi sono chiari. C'è un rimbalzo dovuto anche a motivi tecnici, cioè al fatto che nei mesi del massimo pessimismo le imprese hanno tagliato molto i magazzini e adesso devono riprendere l'attività. Poi, le Borse sono molto ottimiste, e questo diffonde ottimismo anche all'economia reale».
La Borse sono ottimiste a ragion veduta? O è una nuova bolla?
«Sono ottimiste perché si era temuta una crisi lunga e profonda, ma più il tempo passa e più c'è la sensazione che l'apocalisse sia stata evitata. I mercati finanziari anticipano sempre la ripresa, e ora c'è tanta liquidità facile, tassi zero. Ma ci sono elementi di rischio. I tassi così anormalmente bassi potrebbero essere illusori. Dopo la crisi del 2000-2001 Greenspan tenne giù i tassi troppo a lungo, per non compromettere la ripresa, e così gonfiò la bolla immobiliare. Adesso la Bce fa bene ad avvertire che dovrà ritirare la liquidità, al momento giusto, per evitare l'inflazione».
È un problema solo per l'Europa?
«No anzi, potrebbe essere anche peggio per l'America, che ha immesso molta più liquidità. Però l'America ha, in parte, esportato la sua recessione nel resto del mondo e questo sarà un problema soprattutto per l'Europa. Prima, gli americani sostenevano l'economia mondiale con i loro consumi privati, compravano auto tedesche, vestiti italiani eccetera. Adesso i consumi privati sono crollati e al loro posto l'economia Usa è sostenuta dai consumi pubblici che però non vanno a sostegno delI'export europeo. Soprattuttola Germania, forte esportatrice, ne sarà colpita. I Paesi emergenti stanno sostenendo la domanda globale ma non credo che questo sia sufficiente per l'Europa».
E' stato risolto qualche problema di fondo, o siamo pronti a ricaderci?
«Non è stato fatto assolutamente niente. Anche nell'Amministrazione Obama non c'è volontà di cambiare. Abbiamo visto che nel sistema c'è carenza di controlli ex ante (non ex post, a disastri avvenuti). Ma le istituzioni finanziarie hanno un potere di ricatto enorme e lo utilizzano per far pressione sulla politica e non cambiare niente».
[Lui. GRA.]
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