Giorgio Santilli
Il governo studia «Scuole spa», l'ipotesi di una società per azioni cui conferire la proprietà degli edifici scolastici e la competenza per la loro manutenzione e messa in sicurezza, oggi in carico agli enti locali.
Il progetto è allo studio dei ministeri dell'Economia, dell'Istruzione e delle Infrastrutture, che ci stanno lavorando in questi giorni per produrre un piano operativo e forse un provvedimento legislativo entro il mese di ottobre. La formula allo studio viene considerata dal Mef «inedita», l'innovazione punterebbe a un miglior utilizzo dei «flussi di spesa» per reperire nuove risorse, ma i dettagli sono ancora in via di definizione.
L'ipotesi allo studio prenderebbe in considerazione anche la partecipazione al progetto degli enti previdenziali che potrebbero entrare nel capitale della società per azioni. Il rendimento sarebbe garantito dall'incasso di canoni di locazione pagati dagli enti locali, oggi proprietari degli immobili interessati al progetto. La formula, vicina a un project financing freddo, potrebbe essere aperta ad altri soggetti pubblici e privati. Come nel caso del social housing l'operazione potrebbe coinvolgere le fondazioni bancarie mentre al momento è esclusa la partecipazione della Cassa depositi e prestiti. Al ministero della Pubblica istruzione fanno notare che il consenso degli enti locali è uno degli aspetti delicati dell'operazione.
Alla nuova società potrebbero andare una parte dei finanziamenti destinati dal Cipe all'edilizia scolastica per la messa in sicurezza degli edifici esistenti. Si tratta di un miliardo di euro di cui già sono stati assegnati 226 milioni per l'Abruzzo e 358 della prima tranche del piano nazionale. Restano da assegnare ancora 416 milioni per cui il ministero delle Infratsrutture stava già preparando un'istruttoria da portare al Cipe, garantendo la quota di riserva per il Mezzogiorno, data dall'utilizzo dei fondi Fas. A questi fondi si potrebbero aggiungere altre risorse pubbliche bloccate per le procedure eccessivamente farraginose.
A far capire che un'accelerazione sull'edilizia scolastica fosse in corso era stato nei giorni scorso lo stesso ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, che aveva annunciato la messa a punto di interventi per potenziare e migliorare la manutenzione scolastica soprattutto nel Mezzogiorno.
Da tempo, d'altra parte, il tema dell'intervento nelle scuole è oggetto di un confronto fra il governo e i costruttori dell'Ance che aveva avanzato, attraverso la propria struttura Ispredil, proposte di partecipazione dei privati, basata proprio sul modello del canone pagato dagli enti locali per ciascun alunno.
I dati sono rilevanti. I punti di erogazione del servizio per l'istruzione gestiti da comuni e province sono 42mila per un totale di 62 milioni di metri quadrati di superficie, di cui circa il 40% esposta ad elevato rischio sismico e il 7% ad elevato rischio idrogeologico.
Gli studenti, fruitori dei servizi, sono 7,8 milioni. Il ministero dell'Istruzione ha rilevato che 14.700 edifici a livello nazionale presentano urgente necessità di manutenzione straordinaria per la messa in sicurezza. Per 10mila di essi è stata ipotizzata, dai tecnici che hanno svolto la rilevazione per l'anagrafe ministeriale degli edifici, la demolizione. Per gli interventi più urgenti sarebbero necessari subito, secondo stime della Protezione civile, 13 miliardi di euro.
Non è escluso che alla Scuole spa potrebbe essere assegnato anche lo svolgimento di servizi di mensa o di assistenza agli studenti o anche di aggiornamento prfessionale dei docenti. L'importo bandito per lavori nelle scuole è stato, negli ultimi cinque anni, in media di 1,8 miliardi di euro l'anno, mentre la spesa per consumi energetici si attesta sugli 1,5 miliardi di euro l'anno.
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