Vincenzo Barone (L'indice)
Silvano Fuso, La falsa scienza. Invenzioni folli, frodi e medicine miracolose dalla metà del Settecento a oggi, pp. 301, € 21, Carocci, Roma 2013
Più di mezzo secolo fa, il biologo e divulgatore francese Jean Rostand pubblicava un breve saggio intitolato Science fausse et fausses sciences (Gallimard, 1958) che aveva come oggetto “i vari modi in cui la verità scientifica può essere adulterata dagli ‘stregoni’ di ogni specie, dai fanatici di tutte le ideologie, e persino, inconsapevolmente, da qualche vero scienziato”. La “scienza falsa” è, nella terminologia di Rostand, quell’insieme di fenomeni illusori che alcuni scienziati, autoingannandosi, ritengono talvolta di osservare (l’esempio originale era quello dei raggi N di Blondlot, ma oggi possiamo far rientrare in questa categoria anche la memoria dell’acqua e la fusione fredda); le “false scienze” sono invece le credenze e le discipline genuinamente pseudoscientifiche, come la genetica di Lysenko o, a un livello più popolare, la rabdomanzia e le teorie della percezione extrasensoriale. Rostand vedeva in “un’igiene preventiva del giudizio” il modo più efficace di combattere le false scienze: “Insegnare ai giovani lo spirito critico, premunirli contro le menzogne della parola e della stampa, creare un terreno intellettuale in cui la credulità non possa attecchire, insegnare loro che cos’è coincidenza, probabilità, ragionamento giustificativo, logica affettiva, resistenza incosciente al vero, far loro comprendere che cos’è un fatto e che cos’è una prova”.
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Fuso adotta l’espediente narrativo di fingere all’inizio di ogni capitolo che la pseudoteoria o la pseudoscoperta di cui si accinge a parlare siano corrette, e ne descrive, con esiti talvolta molto divertenti, le conseguenze. Che cosa succederebbe se la fusione fredda fosse un fenomeno reale, se gli animali telepatici di Rupert Sheldrake esistessero davvero, se il cronovisore di padre Ernetti potesse essere realizzato, se il raggio della morte attribuito a Nikola Tesla (uno degli scienziati che più alimentano le fantasie di mattoidi e ciarlatani) fosse nell’arsenale di qualche superpotenza?

Il libro di Fuso si conclude con l’invito a un sano scetticismo, inteso non come incredulità aprioristica, ma come la giusta pretesa di avere prove adeguate prima di accettare un’asserzione. “Si tratta – osserva l’autore – di un atteggiamento mentale non solo perfettamente razionale, ma anche doveroso nella scienza e in qualsiasi altro ambito”. Da dove, se non da qui, dovrebbe prendere avvio l’educazione del cittadino nella società della conoscenza.
1 commento:
Avere informazioni pulite e veritiere ,solo così ci si può fidare di un proprio atteggiamento razionale.
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