Nicola Lombardozzi (repubblica.it)
MOSCA . Eduard Limonov non si smentisce mai: "Un complotto del Cremlino? Una provocazione esterna? Ma non fatemi ridere. Se avessero ammazzato il vero leader dei liberali, Aleksej Navalnyj, potrei capire. Ma Nemtsov, per i russi era solo un politico in pensione. Uno che, per di più, era stato protagonista nell'era Eltsin che qui ha lasciato ricordi di ingiustizie, ruberie, corruzione. Tra qualche giorno lo avranno già dimenticato tutti, amici e nemici". Cinico e controcorrente, lo scrittore russo tiene fede al personaggio raccontato da Emmanuel Carrère in una biografia che due anni fa gli ha donato fama internazionale: "Mi dispiace deludere tanta gente di buona volontà, ma vedrete che questo assassinio non porterà alcuna conseguenza".
Tutto il mondo si indigna per l'omicidio di un oppositore di primo piano, di un uomo coraggioso. Come fa a minimizzare così?
"Non minimizzo niente. Dico solo che se dietro al delitto ci fosse un qualsiasi piano politico, sarebbe un piano stupido e destinato a fallire".
Da anni Nemtsov denunciava scandali e malefatte di Putin e i suoi con libri e documenti. Stava raccogliendo materiale sulla presenza militare russa in Ucraina.
Aveva anche detto che il Cremlino voleva ucciderlo. Le sembra così poco?
"Tutti quelli che stanno all'opposizione, perfino io, abbiamo ogni tanto la sensazione di rischiare la vita. Nemtsov lo conoscevo bene, era un uomo di spirito, colto e brillante. Ma le sue denunce erano solo un chiacchiericcio isterico senza le prove o particolari inediti. Faceva molta scena all'estero ma non smontava certamente il personaggio Putin qui in Russia".
Tra i nemici di Nemtsov c'erano anche molti oppositori come lei, nostalgici di una certa visione dell'Unione Sovietica. Quando disse che la Crimea andava restituita all'Ucraina, lei lo aggredì, altri lo insultarono pesantemente. Non potrebbe essere questo un movente possibile?
"Sulla Crimea, ma anche sulla sorte del Donbass, gli oppositori sono divisi e questo è evidente. Lui faceva parte di quella minoranza, poche decine di migliaia di persone, che si attiene alla lettera alle posizioni occidentali. Mentre tra i tanti che contestano Putin resta forte il sentimento nazionale. Ma, ripeto, Nemtsov non aveva lo spessore per fare paura a nessuno".
E allora come spiega il delitto?
"So che rischio di smontare tante teorie fantapolitiche, ma non escluderei una questione marginale, privata. Ci sono tanti aspetti strani".
Per esempio?
"Stava con una giovane modella ucraina di Kiev, e questo basterebbe a farne una spy story. Ma il delitto resta misterioso: a un passo dal Cremlino nella zona a più alta concentrazione di telecamere di sorveglianza di tutta la Russia. In più, pare, con un arma non proprio da professionisti...".
Non vorrà ridurre tutto a un delitto passionale?
"Non mi va di escluderlo a priori. Ma in ogni caso ragioniamo. Al Cremlino questo delitto crea seri problemi di immagine internazionale e credo che Putin sia sinceramente contrariato. E non posso nemmeno credere alla tesi del complotto occidentale, voi giornalisti direste "l'ombra della Cia", per sollevare le piazze, fare tremare dalle fondamenta il regime di Putin. Solo gli idioti possono pensare che i liberali russi siano in grado di fare un'insurrezione".
Perché?
"Perché l'opposizione in Russia oggi non c'è. Dopo le manifestazioni di due anni fa, le leggi sono state cambiate e si è lavorato di fino su arresti e persecuzioni giudiziarie. Anche il malumore popolare dovuto alla crisi economica è stato contenuto abbastanza bene. E le sanzioni sono state usate per cementare lo spirito nazionale della gente. Non vedo rivolte dietro l'angolo".
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