Intervista. «Renzi vuole una tv pubblica come la Treccani. Viale Mazzini come la Bbc? Non basta fare un corso di inglese ai giornalisti assunti con le clientele». «Il Biscione punta lontano. Berlusconi abbandona la politica e torna protagonista della televisione, con le torri si guadagnano molti soldi»
Daniela Preziosi (Il Manifesto)
Mai come adesso Mediaset stava vivendo come un pachiderma, come una televisione che riprende programmi da un catalogo della tv commerciale ormai vecchio, antico, per nostalgici degli anni 80: l’Isola dei famosi, il Karaoke che andrà in onda più in là. Invece, con questa Opa, diventa un nuovo competitore del mercato». Carlo Freccero, uomo di tv e di comunicazione, nella sua lunga carriera è stato dirigente Rai e Fininvest. Ragiona sull’opa di Mediaset su Rai way, l’infrastruttura delle torri Rai. Qualcosa non gli torna. «Così Mediaset si scrolla di dosso l’immobilità per muoversi con sicurezza sul mercato. Perché?».
Perché, Freccero?
Mediaset da tempo ha perso la battaglia dei contenuti perché i nostri prodotti non possono competere con i colossi americani. Oggi il prodotto vince sulla tv generalista. Ora quindi si muove su altri fronti. Se davvero il patto del Nazareno è rotto, Berlusconi lascia la politica e torna il protagonista della tv. L’Opa sulla struttura, quelle che io chiamo ’le autostrade della comunicazione’, è un modo per dire: almeno controllerò il pedaggio ai nuovi che arrivano. Di più: io, cioè Mediaset, mi aggiorno su un fatto cruciale, la convergenza. La nuova tv lavora sulla convergenza fra tv telefonia e internet.
La tv generalista però da noi va ancora forte.
Perché viviamo in un paese dominato dall’Auditel, che è fatto in quota proprio come le torri. Ma ormai, nel nuovo scenario, il prodotto vince sulla linea editoria. E quindi chi non ha la possibilità di aggiornarsi cerca una presenza massiccia sulle ’autostrade’. E guadagna un sacco di soldi. E poi c’è anche un piano B.
Qual è il piano B?
Credo che Mediaset abbia in testa un patto con Telecom. Anche Telecom ha messo in vendita i suoi siti e le sue torri. E in Telecom c’è il gruppo Bolloré che a sua volta è azionista di Havas, colosso della comunicazione. Che a sua volta è azionista di Canal Plus, che si occupa di contenuti. Ecco la furbizia: farà concorrenza a Murdoch, il vero nemico di Pier Silvio Berlusconi. Anche perché Murdoch sta per scendere dal satellite sul free, perché l’Italia ha un tetto di abbonati oltre in quale non si può andare. Lo ha già fatto con l’informazione. E la Rai per Berlusconi non è un avversario, neanche un alleato: ha un’audience vecchia. Berlusconi deve trovarsi un alleato. E Canal Plus è il nemico acerrimo di Murdoch.
Mediaset punta dunque a fare concorrenza a Murdoch. E la Rai?
Da tutto questo il servizio esce completamente ridimensionato. Vede, nel capitalismo le crisi periodiche hanno la funzione specifica di ripulire il mercato dei rentier dalla rendita parassitaria e riportare tutte le risorse sul mercato degli investimenti. Oggi la crisi ha un compito diverso: privatizzare, tagliare ogni risorsa al pubblico per riversare tutte le risorse sul mercato. Non a caso ai paesi in crisi si offrono finanziamenti in cambio di privatizzazioni, vedi la Grecia. Il modello europeo del secolo scorso aveva come valori lo stato sociale, il servizio pubblico anche radiotv, la scuola pubblica. Oggi invece il ’pubblico’ è diventato sinonimo di spreco, casta, di abuso della politica. Quindi anche i governi che si proclamano di sinistra vogliono privatizzare, tagliare. Il piano per la Rai è tagliare i tg e cioè il pluralismo. Ma il pluralismo è un elemento creativo, era l’unica cosa che rimaneva alla Rai. La verità è che la Rai viene dimensionata, e la politica di Renzi è la privatizzazione.
Ma modello Bbc, di cui si parla oggi, è pluralista ma anche senza sprechi.
Ho letto che Milena Gabanelli propone difare come la Bbc. Ma tu ce li vedi i giornalisti entrati per clientela che si trasformano in giornalisti inglesi? Non è che con un corso di inglese fanno la Bbc. Mi sembra utopia.
Come si dovrebbero nominare i vertici Rai?
È inutile che io dia suggerimenti a Renzi, so che manda sms ai suoi amici e solo quelli legge. Vedo che vuole trasformare la Rai nell’istituto Treccani. Una Rai che già non conta niente verrà ancora ridotta.
Scusi, ma proprio lei che è stato allontanato dalle reti Rai sostiene che l’attuale Rai è pluralista?
Se dovessero dare a me la riforma della Rai, inizierei potenziando il pluralismo. La tv ci condiziona, ci plasma. Molte ricerche dicono che chi è esposto di più a certi programmi tv — cronaca, nera — è più esposto alla paura e all’insicurezza. Questa tv spinge a destra: il successo di Salvini è il tipico prodotto della nostra tv localistica e generalista. Invece oggi più che mai serve un una tv critica, che difenda lo spettatore dalla manipolazione, che è il vero tema della comunicazione. In internet il vero e il falso sono lo stesso. E la manipolazione passa per gli algoritmi di internet. Serve una tv che crei spettatori avvertiti, quindi intelligenti. E infatti la fiction dei grandi colossi americani è fiction di critica,che ti fa vedere per esempio che la giustizia è uno strumento in mano ai più forti. Cosa vuol fare Renzi della Rai? Dice parole vaghe: la bellezza, l’arte. Puttanate. Vuole solo privatizzare.
Nessun commento:
Posta un commento