Marco Morosini (Avvenire)
Si scopre in questi giorni che il più grande costruttore di automobili  del mondo ha truffato clienti e autorità con un software che indicava  durante i test di conformità emissioni molto più basse di quelle reali.  Tuttavia, come scrive l’Economist in copertina ("I segreti sporchi  dell’industria automobilistica" 26.9.2015), sotto accusa è l’intera  industria dell’auto e il presunto "segreto" su quanto realmente sporche  siano le emissioni delle automobili. A incrinarsi ora sui media mondiali  non è solo la reputazione di Volkswagen, ma è il mito dell’"auto  pulita".
Un "tigre nel motore" e aria pulita dallo scarico?
Come  abbiamo potuto credere di poter avere un tigre nel motore e aria pulita  dal tubo di scappamento?  Le migliorie tecniche antinquinamento non  cambiano le leggi della chimica: da carburanti sporchi non si possono  ottenere emissioni "pulite" e la massima forza motrice. A causa dei gas  di scarico delle auto "pulite" centinaia di migliaia di persone muoiono  ogni anno, decine di milioni si ammalano, i cambiamenti climatici e i  loro effetti deleteri sono accelerati. Il motore a combustione interna  fu tecnicamente geniale, ma condusse la motorizzazione di massa in un  vicolo cieco. Cento anni fa mancavano la cultura e la scienza per  pensare alle sue conseguenze sull’ambiente e la salute. Il suo pioniere,  Karl Benz, riteneva che in Germania le automobili non sarebbero mai  state più di qualche migliaio. Chi immaginava un miliardo di auto in  circolazione? I gas di combustione scompaiono nell’aria senza tracce,  diceva l’industria automobilistica  quando ne circolavano pochi milioni.  Quando si capì che non era così, il suo potere economico, politico e  culturale era tanto cresciuto da metterla al riparo da tutto. Fino ad  oggi.
Un Computer con le ruotenel nostro futuro
Vent’anni  fa i più alti fatturati mondiali erano delle aziende del petrolio e  delle automobili, oggi sono delle aziende di hardware e software. Alcune  di loro stanno progettando le prossime generazioni di automobili.  L’auto del futuro sarà un computer con le ruote, non un panzer carico di  gadget elettronici, diceva il tecnologo statunitense Armory Lovins.  Daniel Goeudevert, il francese ex professore di lettere, alla testa di  Volkswagen dal 1991 al 1993, diceva che i quadri dell’industria  dell’automobile son prigionieri di schemi mentali praticati per un  secolo. Le soluzioni per un’automobile sostenibile - diceva - non  verranno dalla stessa industria che per cento anni ne ha sviluppata una  insostenibile. Per questo Goeudevert avviò insieme a Swatch il progetto  di una "Swatchmobil" rivoluzionaria. Insieme a lui ne era l’artefice  Nicolas Hayek, il visionario industriale che aveva fatto rinascere  l’orologeria svizzera inventando lo Swatch, un orologio più semplice e  più leggero. Il contrario di ciò che fanno gli ingegneri  automobilistici, con macchine sempre più pesanti e più complicate.
Il vicolo cieco del motore a combustione interna
I  motori a combustione bruciano ogni anno miliardi di tonnellate di  derivati del petrolio, costituiti da miscele di migliaia di sostanze. La  loro combustione produce altre migliaia di sostanze, in parte ignote,  in parte notoriamente nocive per la salute e l’ambiente. Leggi e  misurazioni riguardano solo una manciata di queste: CO2, CO, ossidi di  azoto, ossidi di zolfo, polveri sottili. Mentre per autorizzare o  vietare l’uso di un nuovo farmaco servono anni di ricerca sui suoi  effetti e rischi, nessuna ricerca fu fatta quando si cominciò a bruciare  i derivati del petrolio nelle automobili. La loro diffusione di massa  divenne il tramite involontario per esporre i polmoni di miliardi di  persone a una miscela di sostanze indesiderabili. Gli studiosi hanno  accertato che miliardi di tonnellate di gas di scarico emessi ogni anno  nuocciono a salute, flora, fauna, ecosistemi, clima, edifici e  monumenti. Eppure si crede ancora all’auto "pulita". E’ vero: sotto la  pressione di scienziati e organizzazioni di cittadini, l’industria  riuscì a ridurre le emissioni di alcune delle sostanze nocive. Parte di  questa riduzione però è vanificata dall’aumento delle auto in  circolazione e dei chilometri percorsi. Per ogni litro di carburante  sono emessi alcuni grammi di sostanze nocive localmente, ma due chili e  mezzo di CO2, innocua localmente, ma nociva globalmente. L’aumento della  sua concentrazione nell’atmosfera, infatti, è la causa principale dei  mutamenti climatici provocati dall’uomo. Quando è nuova di fabbrica, la  moderna automobile emette meno inquinanti locali di una volta. Tuttavia i  suoi catalizzatori non possono diminuire le emissioni di CO2, che sono  proporzionali alla quantità di carburante bruciato. 
Aria più pulita in città, clima più instabile nel mondo
Automobili  "meno sporche" hanno un paradossale effetto rebound (rimbalzo). I  clienti le comprano e usano più volentieri. In città ne posso circolare  di più senza soffocare la popolazione. Così, erroneamente, non ci si  preoccupa se il loro peso, la loro potenza, il loro numero, i chilometri  percorsi, e quindi anche il consumo complessivo di carburante  dell’intera flotta crescono. In altre parole, paghiamo con più  inquinamento globale (la CO2), una certa riduzione dell’inquinamento  locale. Il beneficio di un’aria meno inquinata è qui e ora. Mentre si  ritiene che l’alterazione climatica dovuta alla CO2 causerà danni  globali per più di un secolo, specialmente alle popolazioni del pianeta  più povere ed esposte. Grazie alle migliorie tecniche, la singola  automobile è diventata "un po’ meno sporca". A trasformarla in "auto  pulita" sono stati però i miliardi spesi in marketing, lobby, avvocati,  finanziamenti ai partiti e uomini politici e - come emerge ora - in  attività criminali di inganno deliberato.
La farsa delle misurazioni dei gas di scarico
"Una  farsa" sono definite dall’Economist (26.9.2015) le regole europee per  misurare in garage le emissioni delle automobili. Questi test  truffaldini sono concepiti dagli stessi costruttori a loro vantaggio e  adottati dall’Ue sotto pressione dei governi dei paesi con una più forte  industria automobilistica. E’ questo il vero scandalo dell’ "auto  pulita", già denunciato negli ultimi vent’anni da enti indipendenti come  il Wuppertal Institut e da associazioni per la salute e per l’ambiente.  Il software imbroglione di Volkswagen è solo una goccia che ha fatto  traboccare il vaso.
La svolta dell’auto: nuove tecnologie e nuova sobrietà
Una  vera svolta verso una mobilità sostenibile avverrà solo quando i motori  elettrici sostituiranno il motore a combustione, ma solo se saranno  alimentati da elettricità prodotta da fonti rinnovabili. Entrambe queste  prospettive sono meno lontane di quanto si pensava. Nondimeno, poiché  anche le fonti rinnovabili hanno costi ambientali e sociali, anche il  loro uso va moderato. Pur con le future auto elettriche occorreranno  quindi cambiamenti di comportamento: quando possibile, non possedere un  veicolo, quando mezzi più efficaci sono disponibili percorrere meno  chilometri in auto, viaggiare a minore velocità, preferire auto meno  potenti, più leggere e più piccole. Questi cambiamenti possono essere  fatti da ognuno già domani, senza aspettare le auto elettriche. Avete  notato che Francesco, il papa della prima enciclica "ecologica", fa un  uso sistematico di vetture utilitarie?
 
 
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