2.10.15

Così finisce il mito dell’«auto pulita»

  Marco Morosini (Avvenire)

Si scopre in questi giorni che il più grande costruttore di automobili del mondo ha truffato clienti e autorità con un software che indicava durante i test di conformità emissioni molto più basse di quelle reali. Tuttavia, come scrive l’Economist in copertina ("I segreti sporchi dell’industria automobilistica" 26.9.2015), sotto accusa è l’intera industria dell’auto e il presunto "segreto" su quanto realmente sporche siano le emissioni delle automobili. A incrinarsi ora sui media mondiali non è solo la reputazione di Volkswagen, ma è il mito dell’"auto pulita".

Un "tigre nel motore" e aria pulita dallo scarico?
Come abbiamo potuto credere di poter avere un tigre nel motore e aria pulita dal tubo di scappamento? Le migliorie tecniche antinquinamento non cambiano le leggi della chimica: da carburanti sporchi non si possono ottenere emissioni "pulite" e la massima forza motrice. A causa dei gas di scarico delle auto "pulite" centinaia di migliaia di persone muoiono ogni anno, decine di milioni si ammalano, i cambiamenti climatici e i loro effetti deleteri sono accelerati. Il motore a combustione interna fu tecnicamente geniale, ma condusse la motorizzazione di massa in un vicolo cieco. Cento anni fa mancavano la cultura e la scienza per pensare alle sue conseguenze sull’ambiente e la salute. Il suo pioniere, Karl Benz, riteneva che in Germania le automobili non sarebbero mai state più di qualche migliaio. Chi immaginava un miliardo di auto in circolazione? I gas di combustione scompaiono nell’aria senza tracce, diceva l’industria automobilistica quando ne circolavano pochi milioni. Quando si capì che non era così, il suo potere economico, politico e culturale era tanto cresciuto da metterla al riparo da tutto. Fino ad oggi.

Un Computer con le ruotenel nostro futuro
Vent’anni fa i più alti fatturati mondiali erano delle aziende del petrolio e delle automobili, oggi sono delle aziende di hardware e software. Alcune di loro stanno progettando le prossime generazioni di automobili. L’auto del futuro sarà un computer con le ruote, non un panzer carico di gadget elettronici, diceva il tecnologo statunitense Armory Lovins. Daniel Goeudevert, il francese ex professore di lettere, alla testa di Volkswagen dal 1991 al 1993, diceva che i quadri dell’industria dell’automobile son prigionieri di schemi mentali praticati per un secolo. Le soluzioni per un’automobile sostenibile - diceva - non verranno dalla stessa industria che per cento anni ne ha sviluppata una insostenibile. Per questo Goeudevert avviò insieme a Swatch il progetto di una "Swatchmobil" rivoluzionaria. Insieme a lui ne era l’artefice Nicolas Hayek, il visionario industriale che aveva fatto rinascere l’orologeria svizzera inventando lo Swatch, un orologio più semplice e più leggero. Il contrario di ciò che fanno gli ingegneri automobilistici, con macchine sempre più pesanti e più complicate.

Il vicolo cieco del motore a combustione interna
I motori a combustione bruciano ogni anno miliardi di tonnellate di derivati del petrolio, costituiti da miscele di migliaia di sostanze. La loro combustione produce altre migliaia di sostanze, in parte ignote, in parte notoriamente nocive per la salute e l’ambiente. Leggi e misurazioni riguardano solo una manciata di queste: CO2, CO, ossidi di azoto, ossidi di zolfo, polveri sottili. Mentre per autorizzare o vietare l’uso di un nuovo farmaco servono anni di ricerca sui suoi effetti e rischi, nessuna ricerca fu fatta quando si cominciò a bruciare i derivati del petrolio nelle automobili. La loro diffusione di massa divenne il tramite involontario per esporre i polmoni di miliardi di persone a una miscela di sostanze indesiderabili. Gli studiosi hanno accertato che miliardi di tonnellate di gas di scarico emessi ogni anno nuocciono a salute, flora, fauna, ecosistemi, clima, edifici e monumenti. Eppure si crede ancora all’auto "pulita". E’ vero: sotto la pressione di scienziati e organizzazioni di cittadini, l’industria riuscì a ridurre le emissioni di alcune delle sostanze nocive. Parte di questa riduzione però è vanificata dall’aumento delle auto in circolazione e dei chilometri percorsi. Per ogni litro di carburante sono emessi alcuni grammi di sostanze nocive localmente, ma due chili e mezzo di CO2, innocua localmente, ma nociva globalmente. L’aumento della sua concentrazione nell’atmosfera, infatti, è la causa principale dei mutamenti climatici provocati dall’uomo. Quando è nuova di fabbrica, la moderna automobile emette meno inquinanti locali di una volta. Tuttavia i suoi catalizzatori non possono diminuire le emissioni di CO2, che sono proporzionali alla quantità di carburante bruciato.

Aria più pulita in città, clima più instabile nel mondo
Automobili "meno sporche" hanno un paradossale effetto rebound (rimbalzo). I clienti le comprano e usano più volentieri. In città ne posso circolare di più senza soffocare la popolazione. Così, erroneamente, non ci si preoccupa se il loro peso, la loro potenza, il loro numero, i chilometri percorsi, e quindi anche il consumo complessivo di carburante dell’intera flotta crescono. In altre parole, paghiamo con più inquinamento globale (la CO2), una certa riduzione dell’inquinamento locale. Il beneficio di un’aria meno inquinata è qui e ora. Mentre si ritiene che l’alterazione climatica dovuta alla CO2 causerà danni globali per più di un secolo, specialmente alle popolazioni del pianeta più povere ed esposte. Grazie alle migliorie tecniche, la singola automobile è diventata "un po’ meno sporca". A trasformarla in "auto pulita" sono stati però i miliardi spesi in marketing, lobby, avvocati, finanziamenti ai partiti e uomini politici e - come emerge ora - in attività criminali di inganno deliberato.

La farsa delle misurazioni dei gas di scarico
"Una farsa" sono definite dall’Economist (26.9.2015) le regole europee per misurare in garage le emissioni delle automobili. Questi test truffaldini sono concepiti dagli stessi costruttori a loro vantaggio e adottati dall’Ue sotto pressione dei governi dei paesi con una più forte industria automobilistica. E’ questo il vero scandalo dell’ "auto pulita", già denunciato negli ultimi vent’anni da enti indipendenti come il Wuppertal Institut e da associazioni per la salute e per l’ambiente. Il software imbroglione di Volkswagen è solo una goccia che ha fatto traboccare il vaso.

La svolta dell’auto: nuove tecnologie e nuova sobrietà
Una vera svolta verso una mobilità sostenibile avverrà solo quando i motori elettrici sostituiranno il motore a combustione, ma solo se saranno alimentati da elettricità prodotta da fonti rinnovabili. Entrambe queste prospettive sono meno lontane di quanto si pensava. Nondimeno, poiché anche le fonti rinnovabili hanno costi ambientali e sociali, anche il loro uso va moderato. Pur con le future auto elettriche occorreranno quindi cambiamenti di comportamento: quando possibile, non possedere un veicolo, quando mezzi più efficaci sono disponibili percorrere meno chilometri in auto, viaggiare a minore velocità, preferire auto meno potenti, più leggere e più piccole. Questi cambiamenti possono essere fatti da ognuno già domani, senza aspettare le auto elettriche. Avete notato che Francesco, il papa della prima enciclica "ecologica", fa un uso sistematico di vetture utilitarie?

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