26.11.19

Arretratezza e pregiudizi, quanto ancora ci resta da fare

Fiorenza Sarzanini (Corriere)

Chi si è stupito che la statua dedicata a una donna uccisa dal marito sia stata distrutta (ed è la sesta volta), dovrebbe leggere i risultati del sondaggio Istat sulla violenza. E si renderebbe conto che su questo tema l’Italia è in uno stato di arretratezza che deve far paura. Scoprire che per oltre il 39% degli intervistati «una donna può sottrarsi a un rapporto sessuale se davvero non lo vuole», più del 24% pensa che «il modo di vestire possa provocare i maschi» così giustificando di fatto l’aggressione, oltre il 7% «accetta lo schiaffo di chi si sente tradito», dimostra quanto ancora c’è da fare per proteggere le donne. Anche da se stesse. Perché nel «campione» ci sono persone di entrambi i sessi di un’età compresa tra i 18 e i 74 anni. E sembra difficile che simili risposte siano arrivate soltanto dagli uomini. Evidentemente ci sono madri, mogli, fidanzate, donne sole che ritengono di essere al sicuro e arrivano a condividere il pregiudizio di tanti uomini secondo i quali una donna emancipata che subisce violenza «se l’è andata a cercare». Molte altre subiscono in silenzio le angherie dei propri aguzzini, senza avere la forza di ribellarsi. Altre ancora scambiano la gelosia e la possessività del proprio compagno per amore. Tutte vittime di situazioni che non riescono a contrastare. Ed è soprattutto per loro che si deve agire, intensificando l’attività di prevenzione. Bisogna educare i ragazzi ma anche gli adulti, spiegare bene che si può vivere in un mondo dove le donne sono soggetti da rispettare, non oggetti da prendere e portare via. Le piazze piene di donne che si ribellano non devono farci illudere: siamo ancora troppo indietro.

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