Nicola Borzi (Sole24ore)
Le iniezioni di liquidità delle Banche centrali possono creare opportunità di investimento per i risparmiatori, ma alla lunga gli effetti si stemperano e subentrano altre variabili chiave. A partire dalla fiducia e dalle concrete opportunità di crescita dell'economia reale.
La ricaduta immediata è comunque molto positiva, soprattutto se l'azione messa in campo è massiccia. Le recenti mosse della Banca centrale del Giappone (BoJ), che il 4 aprile ha annunciato il raddoppio della massa monetaria nei prossimi due anni, sono state infatti salutate con euforia. L'operazione ha avuto un immediato impatto diretto sulla Borsa di Tokyo, con l'indice Nikkei che ha toccato i nuovi massimi degli ultimi cinque anni, complice la fortissima svalutazione dello yen. Alcuni benefici indiretti si sono avuti anche su altri mercati, come quello dei titoli di Stato dei Paesi periferici europei. Più liquidità in circolazione a livello internazionale aumenta le opportunità di finanziamento per le imprese e i corporate bond ne traggono nuova linfa: esemplare il boom di ordini per il bond di Indesit, che è tornata sui mercati dopo 14 anni con un'emissione da 300 milioni. La mossa della BoJ è inserita in un panorama di continuo, reiterato sostegno delle Banche centrali, soprattutto da parte della Fed. Gli effetti sono tangibili anche sull'ulteriore ribasso dei rendimenti dei titoli governativi Usa, come pure sull'accelerazione dell'aumento dei prezzi delle abitazioni negli Stati Uniti: l'indice Case Shiller è salito di oltre il 6% in un anno e quello mediano rilevato dagli agenti immobiliari a marzo ha segnato +11,8%. Gli operatori istituzionali sono tornati a investire: Blackstone ha rilevato un portafoglio di 20mila case da affittare per 3 miliardi di dollari e Colony Capital oltre un miliardo per 8mila abitazioni in setet Stati
Ma quello che vale per l'immobiliare Usa non è detto funzioni anche per quello italiano. Secondo l'ultimo rapporto di Nomisma sul mercato immobiliare, il parziale spostamento di ricchezza dal comparto mobiliare a quello immobiliare non è in grado di arginare il drastico calo dei livelli di attività e il calo delle compravendite nel 2012 anno induce a ritenere ormai esaurito il margine di adeguamento del mercato sul lato delle quantità, ma lascia aperta la porta ad aggiustamenti di prezzo.
In generale, la liquidità deve trasmettersi al sistema produttivo per amplificare i suoi massimi effetti e, comunque, non può agire all'infinito. Quello che è accaduto negli Usa, ad esempio, è la maggiore efficacia dei provvedimenti messi in campo nel 2009 (il cosiddetto Qe 1), sicuramente per effetto degli importi maggiori, ma anche grazie all'effetto sorpresa di tali misure. Con il passare del tempo le opportunità per gli investitori, derivanti da queste misure, si sono assottigliate. Emblematico è quanto accaduto all'oro, tradizionale bene rifugio in chiave anti-inflattiva e inversamente correlato al dollaro: dal settembre dello scorso anno il metallo giallo sta perdendo circa il 15%. Segno che anche le opportunità legate al mare di liquidità in circolazione non sono infinite. Con Wall Street ai massimi storici e il rendimento del decennale Usa sotto al 2%, la prudenza è d'obbligo.
I quattro fronti più caldi per i risparmiatori
EMISSIONI SOVRANE
La discesa dello spread tra BTp e Bund, ampiamente sotto i 300 punti, negli ultimi giorni ha evidenziato un ritorno di interesse per i titoli di Stato italiani, nonostante la situazione politica e istituzionale attenda ancora una chiara soluzione con la formazione del governo. Su questa dinamica dei prezzi ha sicuramente impattato l'effetto liquidità giapponese: sono stati infatti registrati acquisti di investitori nipponici in cerca di extrarendimenti. Questa tendenza dovrebbe proseguire, anche perché a livello mondiale l'enorme massa di liquidità spinge gli investitori a trovare opportunità e un BTp che rende ancora il 4% è giudicato sicuramente allettante.
POCO RISCHIOSO
EMISSIONI SOCIETARIE
Le obbligazioni societarie tornano in luce grazie alla forte domanda che consente di ridurre i rendimenti e riporta sul mercato operatori che da anni non si proponevano. Ne è un esempio Indesit, che nei giorni scorsi ha raccolto ordini per 2,75 miliardi su un titolo quinquennale a tasso fisso da 300 milioni. Torna la domanda anche sul mercato secondario, dove gli operatori internazionali cercano maggiori rendimenti e aumentano il peso dei titoli esteri (anche italiani) in portafoglio. I titoli già in circolazione beneficierebbero di un eventuale nuovo taglio dei tassi Bce, atteso a maggio.
POCO RISCHIOSO
METALLI PREZIOSI
L'oro ha subito una metamorfosi in questi anni, complice l'intervento massiccio della Fed. Da tradizionale bene rifugio è diventato un'asset class correlata al rischio. Le precedenti immissioni di liquidità (Qe 1 e 2) hanno sicuramente contribuito ad alimentare la domanda del bene rifugio. Con l'operazione Twist e con il terzo quantitative easing (in corso dallo scorso settembre), però, l'effetto liquidità è praticamente svanito. Il metallo giallo sta perdendo il 15% circa dallo scorso settembre e le prospettive, secondo gli analisti, non sono più allettanti, soprattutto in vista di un rafforzamento del dollaro. La variabile rischio diventa quindi chiave per capire le fluttuazioni.
RISCHIOSO
MATTONE
Attenzione all'amore per il mattone. L'aumento della liquidità sui mercati finanziari ha ridato forza agli acquisti dei grandi operatori immobiliari sul residenziale Usa. In Italia, però, secondo Nomisma si sconta il disallineamento tra domanda e offerta e la stretta alle erogazioni di credito delle banche. Inoltre entro il 2014 andranno in scadenza fondi immobiliari (anche quotati) per oltre 4 miliardi di euro, molti dei quali hanno già usufruito del periodo di proroga consentito dal regolamento. Le Sgr dovranno così vendere gli immobili e, in mancanza di domanda (nazionale o estera), l'ondata dell'offerta e un rischio di recessione protratta potrebbero causare nuovi, pesanti cali delle quotazioni.
NEUTRALE
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