23.5.06

Perché sono crollate le Borse

dal BLOG di Beppe Turani

Questa mattina su "Repubblica" ho pubblicato il seguente commento, scritto a caldo, sul crollo delle Borse. Sarebbe interessante conoscere, sulle quattro teorie esposte nell'articolo, l'opinione dei lettori.

Ci sono almeno quattro teorie per spiegare il crollo di questi ultimi giorni delle Borse. Crollo che si è portato via alcune centinaia di miliardi di euro e che ha rimesso i listini, grosso modo, esattamente dove si trovavano a fine 2005.

1- La prima teoria è forse la più semplice e fa riferimento al fatto che i listini erano saliti troppo, e quindi sono tornati indietro. A marzo erano già raddoppiati rispetto al 2003. Ma la corsa è andata avanti. Poiché niente ha più successo del successo, i listini hanno continuato a correre. Un po’ come ciclisti impazziti o dopati. I crolli di questi giorni, quindi, rimettono solo le cose a posto. Un giorno o l’altro l’avanzata riprenderà. E allora operatori smaliziati e belle signore un po’ ingenue torneranno a contare i loro guadagni e a regalare e a regalarsi gioielli di Bulgari e di Cartier.

2- La seconda spiegazione è assai più sofisticata. Gli operatori più importanti, si dice, si sarebbero accorti che l’inflazione sta tornando e alla grande. E poiché i capi delle banche centrali considerano (giustamente) l’inflazione come il nemico numero uno della civiltà moderna, sono già pronti con i fucili spianati. Sono già pronti, cioè, a far salire ancora i tassi di interesse (cioè il costo del denaro) proprio quando un po’ tutti erano convinti che l’aumento dei tassi era ormai giunto alla fine. E si sa che le Borse non amano il rialzo del costo del denaro. Per una ragione molto semplice. Se il denaro costa di più, costa di più fare operazioni finanziarie con soldi presi a prestito. Ma peggiorano anche i conti delle aziende che hanno molti debiti.

Insomma, con l’inflazione che ritorna e i tassi che forse si rimettono a crescere, ci sono buoni motivi (compresi quelli psicologici) per mandare a picco i listini.

3- La terza teoria è ancora più complessa e tira in ballo le materie prime, che sono crollate. Sono andate giù, si dice, perché c’è aria di inflazione, ma anche (se non soprattutto) perché l’economia (dall’Asia all’America) è vista in fase frenante subito dopo l’estate, forse anche prima. E se l’economia rallenta, sarà difficile che le aziende (che in Borsa avevano già raggiunto livelli record) possano crescere ancora. Bene che vada, scenderanno. E quindi perché non anticipare qualcosa che è già scritto nelle previsioni sull’economia? Perché non vendere e mandare i listini a quel paese?

4- La quarta spiegazione è persino meglio del Codice Da Vinci e dei migliori galli in circolazione. Le Borse mondiali, si dice, sono ormai dominati dagli hedge fund (fondi di investimento ai quali non si può accedere se non si dispone almeno di qualche centinaio di migliaia di euro, una sorta di club dei super ricchi del pianeta). Questi fondi, si aggiunge, controllano non solo le Borse, ma anche un po’ tutti gli altri mercati, primo fra tutti quello delle materie prime.

E in questi anni sarebbero stati loro a spingere i mercati (materie prime e Borse) fino agli attuali eccessi. Sarebbero stati loro, gli hedge fund, a far triplicare e anche quadruplicare i prezzi di certe materie prime e a mandare le Borse al raddoppio oltre ogni ragionevole aspettativa.

E sarebbero sempre loro che in questi giorni hanno deciso di mandare a picco quella costruzione artificiale (l’insano rialzo di tutto) che essi stessi avevano eretto. Hanno deciso di abbattere il loro grattacielo artificiale perché hanno capito che non si poteva più andare avanti. Insomma, dopo aver raddoppiato le quotazioni in tre anni, hanno capito che non si poteva continuare. Prima o poi qualcuno si sarebbe accorto che era un bluff. E allora, meglio tagliare la corda per primi. E, quasi certamente, perché hanno capito che la stagione delle vacche grasse (crescita economica da boom) aveva i giorni contati. Naturalmente, si dice nelle sale operative di mezzo mondo, gli hedge fund hanno guadagnato prima e ci stanno guadagnando adesso, visto che hanno sempre condotto loro il gioco.

Quale scegliere fra queste quattro teorie? Difficile dare la risposta. Probabilmente c’è del vero in tutte e quattro. L’inflazione comincia a preoccupare di nuovo, i tassi forse non è vero che hanno finito di aumentare, l’economia rallenterà di sicuro e gli hedge fund (grazie anche all’uso dei derivati e di altre diavolerie finanziarie) sono effettivamente molto potenti e molto spregiudicati.

Che cosa succederà adesso? In questo caso le teorie sono soltanto due, anche se entrambe poco rassicuranti. La prima (la più moderata) sostiene che si andrà giù ancora del 5-6 per cento (forse addirittura del 10 per cento). Poi tutto si fermerà e si tornerà a ragionare. Le signore e gli operatori potranno tornare a comprare titoli in Borsa.

La seconda teoria è più amara e sostiene che i listini (salvo interventi straordinari della Federal Riserve, la banca centrale americana) andranno giù come mattoni ancora a lungo, anche del 20-30 per cento, fino a riportare i prezzi delle azioni verso livelli più ragionevoli e più accettabili.

Oggi, è impossibile dire chi ha ragione e quale sarà la teoria vincente. E cercare di fare gli stregoni.

Oggi, di fronte al massacro dei listini si può solo avere paura.

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