L a catastrofe umanitaria in Somalia, l’emergenza sanitaria in Myanmar, la guerra civile nel Congo orientale.
Sono solo alcune delle più grandi crisi umanitarie «dimenticate» dai media italiani nel 2008. A stilare la classifica dei dieci drammi più trascurati dai media è Medici senza frontiere (Msf). Secondo i dati presentati ieri a Roma, il “gossip” passa spesso in primo piano. La classifica di Msf si basa su un’analisi condotta dall’Osservatorio di Pavia sullo spazio dedicato alle crisi umanitarie dai principali Tg italiani. «Dall’analisi – ha osservato Mirella Marchese, dell’Osservatorio di Pavia – emerge che le 10 crisi umanitarie più dimenticate sono: i civili uccisi o costretti alla fuga per l’intensificarsi degli scontri avvenuti nel Pakistan nordoccidentale; la critica situazione sanitaria in Myanmar; l’epidemia di colera nello Zimbabwe; la guerra civile nel Congo orientale; la catastrofe umanitaria in Somalia; la malnutrizione dei bambini ad Haiti, Bangladesh e Costa d’Avorio; l’allarmante situazione sanitaria nella regione somala dell’Etiopia; la perpetua situazione di violenza e sofferenza in Sudan; i civili iracheni con urgente bisogno di assistenza e la co-infezione HivTbc». È su queste basi che si pone l’iniziativa di Msf, con il patrocinio della Federazione Nazionale Stampa Italiana, di lanciare la campagna «Adotta una crisi dimenticata» per chiedere a quotidiani e periodici, trasmissioni radiofoniche e televisive e testate on-line di impegnarsi a parlare di una o più crisi dimenticate durante i prossimi 12 mesi. Una campagna che ha già visto le adesioni di diverse testate giornalistiche e che vedrà coinvolte anche numerose università e scuole di giornalismo.
Tra le testate che si sono impegnate su questo obiettivo, il
Tg2, il Tg4, la Repubblica, Il Giornale Radiorai, Donna Moderna, Il Sole 24 Ore, La Stampa, Internazionale, Il Corriere della Sera online e Adnkronos. ( Avvenire,
che da sempre riserva ampia attenzione alle crisi “dimenticate” – e anche sulle dieci qui in questione non fa mai scendere il silenzio – pur senza un’adesione formale, ribadisce il proprio sforzo continuativo a favore dei Paesi e dei popoli che maggiormente hanno bisogno dell’informazione e della vicinanza internazionale)L’Osservatorio di Pavia ha notato come, rispetto al 2006, la percentuale di notizie trasmesse dai tg italiani delle reti generaliste su questi temi si sia abbassata notevolmente. Dal 10% del 2006 al 6% del 2008. «Con alcune differenze – sottolinea Marchese – tra Rai e Mediaset. La prima ha un 8% ( Tg1 7,3%, Tg2 6,9%, Tg3
10,5%), mentre la seconda si ferma al 4% ( Tg4 5,4%, Tg5 4,5%, Studio Aperto 2,9%)». Sono invece trattate abbastanza le crisi che riguardano il Medio Oriente (19%), il Caucaso (12%), l’Afghanistan (11%), il Tibet (9%) e l’Iraq (8%). Vengono però privilegiate, ad esempio nel caso dell’Iraq, oltre alla cronaca degli attentati, le notizie sul dibattito politico in Italia o negli Usa; nel caso del Pakistan, le elezioni e la cronaca degli attentati. Infine, anche per il 2008 viene confermata la tendenza di parlare di contesti di crisi soprattutto se riconducibili a eventi e personaggi italiani o comunque occidentali.
Emblematici in questo senso sono la crisi in Somalia, a cui i tg hanno dedicato 93 notizie (su 178 totali) che coinvolgevano uno o più nostri connazionali; la malnutrizione infantile, di cui si parla principalmente in occasione di vertici della Fao o del G8; il Sudan, cui si fa riferimento principalmente per iniziative di sensibilizzazione che vedono coinvolti testimonial famosi. ( R.E.)
Medici senza frontiere: «Sui media maggior spazio al gossip rispetto ai drammi internazionali» Chiesta l’«adozione» delle situazioni calde
MYANMAR
Il 2 maggio 2008 il ciclone Nargis ha riportato Myanmar al centro dell’attenzione, devastando il delta dell’Irrawaddy e causando circa 130mila vittime, tra morti e dispersi. Il ciclone è stato l’ennesimo colpo inferto a una popolazione sotto scacco da parte del regime.
EST DEL CONGO
Dal settembre del 2007, la ripresa dei combattimenti nel Nord Kivu, nell’Est della Repubblica Democratica del Congo, ha causato un massiccio sfollamento della popolazione. Ai profughi manca acqua, cibo e riparo. L’accesso all’assistenza sanitaria è quasi inesistente.
SOMALIA
Nel 2008 la Somalia ha subito una delle più gravi ondate di violenza degli ultimi dieci anni che ha ridotto allo stremo la popolazione. Si stima che una donna su dieci perda la vita durante il parto e oltre un bambino su cinque muoia prima di aver compiuto cinque anni.
ZIMBABWE I primi mesi del 2008 hanno segnato un periodo di ulteriore tracollo economico e di violenza politica nello Zimbabwe.
La situazione è allarmante: inflazione a quota 231 milioni per cento, carenza di beni essenziali, repressione. I morti per il colera sono più di 4mila.
ETIOPIA
Quest’anno le continue violenze e le difficili condizioni climatiche hanno reso estreme le condizioni di vita della popolazione nella regione somala dell’Etiopia. Intrappolata negli scontri tra ribelli e governativi, la gente, prevalentemente nomade, è sempre esclusa dagli aiuti.
MALNUTRIZIONE INFANTILE
Per i bambini malnutriti, alimenti ricchi di nutrienti, vitamine e minerali sono essenziali per la sopravvivenza. Le cifre sono sconvolgenti. Le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità parlano di 178 milioni di bambini affetti da malnutrizione.
SUDAN
Nel 2008, due grandi emergenze umanitarie hanno continuato a colpire il Sudan: la crisi nel Darfur e le conseguenze di decenni di guerra civile nel sud. In Darfur, nonostante gli sforzi umanitari, centinaia di migliaia di persone sono ancora tagliate fuori dagli aiuti.
TBC E AIDS
Ogni anno la tubercolosi (Tbc) uccide circa 1,7 milioni di persone e ne colpisce 9 milioni. La Tbc è in aumento nei Paesi con alti tassi di Hiv, in particolare nell’Africa meridionale. La Tbc è una delle principali cause di morte per le persone affette da Hiv.
PAKISTAN (NORD-OVEST)
Il 2008 ha visto l’intensificarsi degli scontri tra forze governative e ribelli nella provincia nordoccidentale e nelle aree tribali di amministrazione federale del Pakistan. Ad agosto, migliaia di pachistani sono sfollati all’interno del Paese o si sono rifugiati in Afghanistan.
LA GUERRA IN IRAQ
Il conflitto e gli attacchi dei terroristi hanno provocato 4 milioni di sfollati interni ed esterni (tra questi oltre 300mila cristiani). Negli ultimi 18 mesi, la sicurezza in Iraq è leggermente migliorata: i livelli di violenza sono diminuiti ed è emersa una nuova situazione politica.
avvenire.it
Nessun commento:
Posta un commento