4.9.09

Se il «padrone» chiede 200mila euro

di Silvia Ballestra

Eccomi qui: io, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e 200.000 euro che ci dividono. Il prezzo (richiesto) dell’intimidazione che l’uomo più ricco e potente d’Italia lancia a una scrittrice che vive soltanto del suo lavoro, proprietaria soltanto delle sue opinioni e padrona di scriverle su un giornale indipendente. Uno dei pochi giornali che Silvio Berlusconi non può comprare, né controllare, e che per questo tenta di uccidere. Duecentomila euro, cifra spaventosa. Undici anni di lavoro di un italiano medio, e per me pure di più. Un paio di settimane di Ronaldinho. Cento notti di lavoro (duro lavoro, aggiungo) di Patrizia D’Addario (secondo quanto da lei dichiarato e pagati dall’imprenditore Tarantini, questo lo aggiungo per gli avvocati). Trentatré virgola tre periodico ciondoli come quelli regalati alla giovane Noemi Letizia dal padrone di tutto che lei chiama papi. Quattro o cinque spot sulle sue reti in serata di grande audience e quindi di subcultura deleteria per il Paese. Quasi un terzo dei soldi gentilmente donati all’avvocato Mills dall’imprenditore Berlusconi in cambio di testimonianze compiacenti, secondo una sentenza di primo grado del Tribunale di Milano.

Duecentomila euro. Un sacco di soldi, troppi, per una persona normale. Il tutto, per aver espresso delle opinioni. Non male per uno che ha tutto e che - nessuno lo nota mai, ma è proprio così - è pagato nelle sue funzioni anche con i miei soldi. Che vola su voli di Stato (anche) a mie spese. Che dovrebbe lavorare (anche) al mio servizio di cittadina. Che dovrebbe fare (anche) i miei interessi. Un pubblico ufficiale, un incaricato di pubblico servizio, il Presidente del Consiglio dei ministri di cui non sono per nulla, ma proprio zero, soddisfatta. Incredibile che io possa dire questo di un capo della Azienda sanitaria locale, di un funzionario comunale, di un travet qualunque, e non del signore che (purtroppo) governa il nostro Paese e le nostre vite. Da troppo tempo. Ecco, ho pensato tutto questo. E poi ho pensato anche: non li ho 200.000 euro. Peccato.

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