Niente più pasti ai bambini di chi non ha pagato la mensa
Gli immigrati tornino a casa loro
di Furio Colombo (Il Fatto Quotidiano)
C’era una volta un piccolo centro padano di nome Cavenago. Non tutti gli abitanti di Cavenago erano nati in quella fertile terra. Alcuni venivano da Paesi lontani che non tutti conoscono, neppure se hanno davanti un atlante. Ci sono abitanti di Cavenago che se la cavano bene e altri che sono un po’ in ristrettezze. Fa niente, dicevano a Cavenago, ci pensa il Sindaco, che una mano la dà a tutti. Nel senso che un comune ha un fondo e con quel fondo da un piccolo aiuto ai più poveri, cominciando dai bambini della mensa scolastica. Nessun bambino qui è mai stato senza mangiare, ti dicevano con orgoglio i cittadini del luogo. Una bella mattina il Sindaco di Cavenago, Sem Galbiati fa sapere che i tempi sono cambiati e lo dice così: “Qualcuno qui pensa di mangiare a scrocco. Sono 170 le famiglie che non hanno pagato. Ma è scattata l'ora della tolleranza zero. Anche se manca poco più di un mese alla fine dell'anno scolastico, saremo inflessibili”.
Che vuol dire, nel linguaggio del coraggioso sindaco, niente soldi, niente pasti. Però la storia bisogna raccontarla tutta, e continua così: “Agli stranieri che bussano alla porta per chiedere assistenza – ci fa sapere Sem Galbiati – dico che dovrebbero prendere in considerazione l'idea di tornare a casa. Dico di pensarci. Se hanno ancora una famiglia nella loro terra d'origine, avranno più possibilità di sopravvivere, ci saranno genitori o parenti in grado di garantire loro un tetto e un tozzo di pane”. Ora come tutti sanno, ci sono interi continenti detti “in via di sviluppo” che pullulano di casette con il fuoco acceso e il pentolone ricolmo, che sono in attesa del ritorno di parenti lontani. Ecco realizzate, con una sola, limpida decisione, due importanti iniziative politiche annunciate alternativamente dalla destra rigorosa e dalla sinistra generosa: fare finalmente qualcosa per le famiglie. E riunire finalmente anziani e giovani che fossero rimasti accidentalmente separati dall'arrischiato viaggio in Europa. S'intende che una lettura accurata della vicenda Cavenago ti fornisce altri dati. Uno è che l'Imu sarà un disastro e dissanguerà il Comune. Poi ci sarà la tassa sui rifiuti che andrà a sommarsi alla tassa sulla casa. E “il patto di stabilità che ci mette in ginocchio”. Qui finisce la parabola di Cavenago che potrebbe anche intitolarsi “la sottrazione dei pani e dei pesci” oppure “il divorzio di Cana”. Nel primo caso l'idea è: “Guarda che di pani e di pesci non ce ne sono così tanti, nascondili subito, che se no gli stranieri e i più poveri si fanno venire idee sbagliate”. Il secondo celebre evento evangelico invece va riscritto così: “Non hanno più vino. E allora?”. Molti lettori avranno già capito che cattivo umore e sarcasmo di chi scrive hanno una ragione che chi mi legge conosce: questa è la Lega, che vuole che il mondo finisca con la Padania (e siccome la Padania non esiste, il mondo finisce in quel di Belsito). Ma Cavenago, terra del valoroso sindaco Sem Galbiati, è governo Pd. Vi rendete conto? Sem Galbiati sarebbe, se lo sapesse, di sinistra. Pensate a questa terribile verità e poi andate a rivedere tutto ciò che ha detto e che qui è riportato fra virgolette, citando da Repubblica (pagine di Milano), da Facebook e Twitter.
I bambini immigrati vengono lasciati digiuni prima che l'Imu (di cui si ignorano ancora rate ed entità) faccia sentire il suo peso. Le famiglie che “credono di mangiare a scrocco” vengono punite prendendo in ostaggio i bambini (digiuni) che, ovviamente non sono e non possono essere responsabili. Quante di quelle famiglie “a scrocco” sono di infidi immigrati che pensano di vivere sulle spalle degli italiani? E quanti saranno onesti lavoratori cavagnanesi il cui voto scomparirebbe all'istante se i loro bambini, “a scrocco” o no, venissero puniti come gli stranieri?
Bella anche l'idea del focolare che in qualche parte del mondo, povero ma felice, attende tutti coloro che, per vivere e lavorare a Cavenago, hanno attraversato il Mediterraneo infestato dalle motovedette armate italo-libiche disposte da Maroni (quello buono della Lega) per eseguire i famosi respingimenti in mare che voleva dire annegare o essere consegnati alle prigioni libiche (vedi la testimonianza della portavoce Boldrini per le Nazioni Unite o di Amnesty International). Ora che in Francia ha vinto Hollande contro Sarkozy (“cacciateli tutti” era il suo motto elettorale) e contro Marine Le Pen (“mai più uno di loro su suolo francese”) il sindaco Pd di Cavenago, si sentirà vincitore o sconfitto?
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