19.12.10

Libri sempre più social

La scorsa settimana, parlando dell'ingresso di Google nel mercato degli ebook, chiudevamo la discussione segnalando un articolo interessante, intitolato Social media invades book world. E accennavamo al fatto che una parte delle nostre abitudini relative al libro, «l'esperienza culturale di lettura», diventa sempre più sociale.

É abbastanza evidente che la lettura è un processo individuale e solitario. Fa parte del gioco di immersione che il nostro rapporto con il testo ci regala: mentre leggiamo entriamo compleamente nel mondo che ci sta raccontando l'autore e la nostra immaginazione lo ricrea quasi con pari merito. É questa una delle ragioni per cui molti di noi soffrono passando dal libro al film: per dirla con l'efficace boutade di Gaspar Torriero, «Quando esci dal cinema e dici"era meglio il libro", in realtà intendi "era meglio il film che mi sono fatto io"».
Questo rapporto intimo con la storia che leggiamo difficilmente verrà messo in discussione dalla lettura digitale, anche se qualche piccola intrusione della «lettura degli altri» nel nostro spazio già c'è. I possessori di Kindle, infatti, possono vedere nel libro appena comprato quali sono i passaggi che gli altri lettori hanno trovato significativi e sottolineato. Si tratta di una funzione chiamata social highlights, che può essere disattivata. Ma che molte persone amano e che rappresenta una frattura interessante con le nostre abitudini passate: come notava tempo fa il New York Times, praticamente si tratta di un intervento dei lettori nell post-produzione del libro. L'articolo non è recentissimo ma merita ancora attenzione: E-Readers' Collective.

Poi però, intorno al gesto totalmente personale della lettura, molti di noi costruiscono un livello complementare di esperienza: è quello che accade quando dopo aver letto un libro ne parliamo con gli amici o lo consigliamo a qualcuno. In questo caso dopo averla vissuta, condividiamo con altri l'esperienza di lettura. É questo layer che sta diventando sempre più centrale con i libri digitali. Da un lato perchè le tecnologie oggi ci consentono di condividere le nostre impressioni in modo molto potente e su una scala molto ampia. Dall'altro perchè con l'aumento della complessità che questa transizione sta portando, le esperienze degli altri lettori diventano una necessità di sistema.

Questo è il punto probabilmente più complicato da comprendere, perchè tocca diversi aspetti e raccorda diverse linee su cui il cambiamento sta agendo. Con l'aumento delle vendite in digitale dei libri fisici, e con la crescita degli ebook, lo «spazio sugli scaffali» tenderà a diminuire. La passeggiata tra i libri fisici, in libreria, era uno dei metodi strategici per farc conoscere i libri. Li vedevamo, leggevamo la quarta di copertina, le prime pagine, ci facevamo un'idea. Con il numero sempre crescente di titoli disponibili negli store digitali, invece, il nostro modo più efficace per muoverci nella complessità e per accedere ai titoli è farlo attraverso le esperienze degli altri. Vedere cosa hanno comprato, che impressione ne hanno avuto, eccetera.

Questo livello di informazione, racconta Mike Shatzkin in un lungo post, è il punto su cui tutti si stanno impegnando per costruire l'esperienza di acquisto degli ebook, con strategie differenti. Nessuno ha ancora una soluzione definitiva, e probabilmente ne emergeranno diverse per diverse esigenze, ma di sicuro è su questa linea che si combatte una delle battaglie più importanti per costruire l'accesso ai libri. L'analisi di Shatzkin, che parte dalle sue preferenze personali, si intitola: How will you win at ebook retailing?.

Ma sempre in tema di abitudini che cambiano (come è stato per la musica, anche il passaggio del libro al digitale potrebbe modificare radicalmente le nostre abitudini di consumo) ci sono altri fronti che potrebbero aprirsi e continuare a stupirci. Uno di questi è raccontato in un lungo articolo di Terry Jones che parte da un titolo dirompente: «il futuro dei libri è scrivibile».
Jones analizza alcune tendenze cui internet ci ha abituato, portandoci a pubblicare pezzi di informazione sempre più piccoli, in modo sempre più facile e con contenuti sempre più personali. E poi si chiede come queste tre tendenze potrebbero influire sul futuro del libro. «I libri hanno tipicamente una loro coerenza interna», scrive Jones, «ma se le difficoltà per gli editori continuano ad aumentare e i sistemi per vendere i libri evolvono, potremmo assistere al frazionamento del pacchetto libro per ragioni economiche. In fondo nella storia abbiamo avuto i romanzi pubblicati a puntate. Perchè non potrebbe essere così nel digitale?» E questo porta a spingere il ragionamento anche oltre. Leggi tu stesso: The future of publishing is writable.

É chiaro che siamo su un orizzonte di congetture e di scenario. Stiamo appena vivendo i primi anni di una fase completamente nuova e possiamo solo intuire dove ci porterà. Tuttavia, se per editori e autori c'è da fare molta attenzione e cercare di essere sempre pronti a sperimentare, per i lettori si profila una bella avventura. Saranno le loro scelte a determinare cosa funziona e cosa invece non va bene. Quale cambiamento è lì per restare e quale invece è destinato ad essere abrogato perchè non piace ad un numero sufficiente di persone.
E sarà interessante stare a vedere cosa succede.

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