Protette dal Parlamento, accumulano spese. E sprechi
Sergio Rizzo, Gian Antonio Stella (Corriere)
Ci sono italiani che vivono su Marte. La prova è in una delibera  della Provincia di Reggio Calabria. Che il 23 dicembre 2011, il giorno  dopo il varo della manovra lacrime e sangue per salvare l' Italia dal  baratro, stanziava 120 mila euro per comprare un pianoforte a coda per  dare dei concerti a palazzo.  
Cosa  se ne fa di un pianoforte, direte voi, una Provincia che come le altre  sta per essere soppressa? Ecco il nodo: l' idea di chiudere, a molti,  non passa neanche per la testa. Il bello è che la Provincia di Reggio è  perfino meno sgangherata (si fa per dire.) delle sorelle calabresi. Lo  dice l' ultima classifica dei buchi di bilancio pubblicata dal Sole 24  Ore. Che vede i reggini con un debito pro capite provinciale di 236,8  euro, cioè meno della metà di quello stratosferico dei crotonesi  (493,7), dei vibonesi (564), dei catanzaresi (564,9) e dei cosentini,  che svettano nella hit-parade (dove sono calabresi le prime quattro  Province dalle mani bucate) con 591,1 euro di buco a testa.  Con dei  conti così disastrati, vi chiederete, nei mesi in cui imprenditori  asfissiati dai debiti e operai disoccupati si impiccano, come può venire  in mente a un amministratore pubblico di comprare un pianoforte a coda?   La delibera merita di essere letta per il linguaggio surreale. L'  acquisto, infatti, viene motivato dalla necessità di «avviare nel corso  del 2012 una stagione concertistica che contribuisca (.) ad avvicinare i  cittadini all' istituzione». Testuale.  Apriti cielo! «Ma siete  pazzi?», hanno chiesto i giornali locali mentre sul web giravano insulti  irripetibili. Risposta di Edoardo Lamberti Castronuovo, che dopo essere  stato il candidato al comune della sinistra è oggi l' assessore alla  Cultura della destra: «Mi domando perché molti non si sono preoccupati  degli sprechi del passato e oggi contestano l' acquisto di un bene che  diventa patrimonio della gente». Insomma, affittare un pianoforte a  Catania costava ogni volta duemila euro! Insurrezione del Conservatorio:  «Ma se ne abbiamo due noi!» Sigillo finale: d' accordo, stop, ma l'  acquisto è solo rinviato finché si abbassa il polverone.  E pare davvero  di sentirle, le note dell' ultimo valzer, mentre il Titanic delle  Province si avvia verso l' iceberg nella incredulità generale: possibile  che, alla fine, si faccia sul serio e si vada allo scioglimento? Un po'  di navigazione ancora la vorrà ben concedere. Ed ecco che i presidenti  delle Province di Como, Vicenza, La Spezia, Genova, Ancona e Belluno,  che sarebbero decaduti il 6 maggio per fine mandato, resteranno ancora  un poco al loro posto. Il ministro dell' Interno Anna Maria Cancellieri  ha deciso di nominarli commissari di se stessi, in attesa che entro l'  anno, come stabilito dal decreto «Salva Italia» si faccia la legge con  la quale gli enti dovrebbero scomparire. Il solo presidente della  Provincia di Genova, Alessandro Repetto, ha detto «Non ci sto». E si è  dimesso.  Ma sono in tanti a non volersi rassegnare. Non si rassegnano i  nordisti che a maggio 2011, quando già la campana suonava a morto, per  bocca del senatore leghista Sergio Divina proponevano una legge per  istituire la Ladinia, terza Provincia autonoma nella Regione Trentino  Alto Adige.  Ma non si rassegnano neppure i meridionali. Giorni fa il  disegno di legge regionale che prevedeva la soppressione delle Province  siciliane è saltato. Tutto rimandato. In compenso, come racconta  LiveSicilia, è comparsa una sorpresina maleodorante: invece di abolire  le Province, si è abolita l' incompatibilità fra sindaco o assessore e  dipendente di aziende sanitarie. Prosit.  Il fatto è che le Province  hanno potentissimi sostenitori in Parlamento. Dove sono seduti ben dieci  presidenti. E ci resteranno fino alla fine della legislatura. Soltanto  due mesi fa la giunta per le elezioni di Montecitorio ha stabilito che  l' incarico di parlamentare non è incompatibile con quello di presidente  di Provincia. E ciò nonostante la legge al riguardo sia esplicita: non  si può. Ma tant' è. La deputata Maria Teresa Armosino resterà quindi  presidente della Provincia di Asti, al pari di Luigi Cesaro che governa  quella di Napoli, Edmondo Cirielli (Salerno), Domenico Zinzi (Caserta),  Antonello Iannarilli (Frosinone), Daniele Molgora (Brescia), Antonio  Pepe (Foggia) e Roberto Simonetti (Biella). Tutti di centrodestra. E l'  unico «giano bifronte» del centrosinistra? Il senatore Daniele Bosone,  presidente della Provincia di Pavia: appartiene al Pd, che alla Camera s'era opposto fermamente ai doppi incarichi. Allora se ne va? No,  resta.  Ma quanto costano le Province? Le stime, a seconda delle fonti,  vanno dai 12 ai 18 miliardi di euro. E chi ne difende la sopravvivenza  sostiene che abolendole si risparmierebbe pochissimo. Un miliardo al  massimo, considerando che (escluso il licenziamento dei dipendenti)  verrebbero meno «solo» 4 mila amministratori. Ma è così? O è solo fumo  ostruzionistico per rallentare il processo? Il presidente della  Provincia di Roma Nicola Zingaretti, l' unico che abbia pubblicamente  sostenuto l' inutilità del suo ente, dice che solo ridisegnando la gara  d' appalto per il riscaldamento di 300 scuole romane è riuscito a  risparmiare 5 milioni l' anno. Una bella somma: niente, però, in  rapporto al fiume di denaro che se ne va per iniziative quantomeno  discutibili. Come i viaggi delle delegazioni provinciali campane (50  mila euro ciascuna) al Columbus Day. O lo strepitoso Valva Film  Festival, organizzato a spese della Provincia a Salerno nell' agosto del  2009, dove fu assegnato a Noemi Letizia, la ninfetta napoletana alla  cui festa cominciò il tormentone sul Cavaliere e le minorenni, il premio  alla carriera «Per il talento che verrà». O ancora, a Bolzano, la  spesuccia costata una condanna della Corte dei Conti (2.400 euro) a Luis  Durnwalder. «Se andiamo avanti così non saranno più i politici a  decidere quale iniziativa sostenere con un contributo», è sbottato  furente. Difficile, però, non condividere le perplessità dei magistrati  contabili davanti al finanziamento indagato: 62 mila euro a un torneo di  beach volley. A Bolzano!  Elemosine, in confronto a qualche iniziativa  di Trento. Dove la Provincia, insieme con il comune di Riva del Garda,  ha fatto rinascere con i soldi pubblici un lussuoso e storico albergo a 5  stelle, il Lido Palace. Investimento previsto: una trentina di milioni  di euro. Prezzi delle stanze: da 730 a 1.959 euro a notte per la junior  suite. Perché le Province, e non soltanto quelle autonome, muovono somme  importanti. Talvolta con serie ripercussioni finanziarie, come ha  documentato una recente relazione della Corte dei conti sulla Provincia  di Torino, il cui indebitamento nel 2013 raggiungerebbe 667 milioni.  Nell' occasione, i giudici hanno stigmatizzato l' esistenza di un  groviglio di partecipazioni. La Provincia di Torino ne ha 165. Una  giungla infernale e costosissima, dalla quale ora il presidente Antonio  Saitta vorrebbe uscire accorpando tutto in una nuova società regionale.  Dice che si potrebbero risparmiare 4 milioni l' anno. Buona fortuna.  Quando la scorsa estate il consiglio provinciale doveva decidere la  riduzione delle poltrone, magicamente mancò il numero legale. Eppure  dovrebbero saperlo: le società pubbliche spesso sono anche fonte di  guai. Ricordate la Sogas che gestisce l' aeroporto di Reggio Calabria, i  cui azionisti sono con il 67% la Provincia reggina e col 27% quella di  Messina? In vent' anni ha accumulato perdite per 35,4 milioni in euro.  Una voragine. La cosa dovrebbe servire d' esempio. Invece la febbre  degli aeroporti è sempre più alta. Ogni Provincia vuole il suo.  Frosinone, Caserta, Sibari.  L' Italia ha più del doppio degli scali  della Francia, in rapporto alla superficie? Chissenefrega, le ambizioni  delle Province non si placano. Al punto che Caserta, nonostante le  resistenze, insiste sul bisogno d' uno scalo a Grazzanise, ad appena 33  chilometri da Napoli Capodichino. La società dell' aeroporto di  Frosinone, invece, esiste già: ha un capitale di 5,9 milioni, di cui 2,8  della Provincia. E un consiglio di amministrazione pieno zeppo di  politici...
 
 
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