12.5.09

Il rispetto dei diritti

Concita De Gregorio

Vorrei mettere in chiaro una cosa semplice. Non siamo «favorevoli all’immigrazione clandestina». Non credo che la destra voglia la sicurezza dei cittadini (italiani) e la sinistra invece desideri metterla a tremendo repentaglio accogliendo chiunque si affacci ai nostri confini, criminali in fuga compresi. Non è questione di essere buoni o cattivi, cattolici compassionevoli o atei cinici (si possono anche invertire gli attributi). Si tratta piuttosto di osservare le regole, i diritti umani e il diritto internazionale, se possibile il senso della storia e quel che ci ha insegnato. Allora quindi, nel caso del diritto di asilo, si tratta di stipulare degli accordi coi paesi di provenienza - è un lavoro politico più faticoso e lungo del semplice esercizio della forza ai confini, è vero, ma è quel che ci si aspetta da un governo. Si tratta di riconoscere le persone: quelle che hanno il diritto d’asilo e quelle che non lo hanno. Di accogliere le prime e respingere le seconde. Si può fare, con l’Albania è stato fatto. Si tratta, prima ancora, di mettersi seduti a scrivere una legge organica sul diritto d’asilo: l’Italia è uno dei pochissimi paesi che non l’abbia. Perché non impieghiamo il tempo e le energie a scriverla? È una proposta formale: lanciamo una sfida all’Europa che ci condanna. L’Italia è una delle porte di accesso al continente: i nostri confini sono i più accessibili dunque sono i confini di tutti. Il nostro problema è il loro problema, risolviamolo insieme. Per farlo in modo credibile però bisogna che rispettiamo il diritto. Segnala Amnesty International, rapporto 2006: «Nonostante sia Stato parte della Convenzione delle Nazioni Unite sui rifugiati l’Italia non si è ancora dotata di una legge specifica e completa sul diritto di asilo». Facciamolo, no, ministro Maroni.

Due parole sul perché sia così importante. Thomas Hammarberg, commissario per i Diritti umani del Consiglio d’Europa, ha detto che l’azione dell’Italia «mina la possibilità per ogni essere umano di fuggire da repressione e violenza ricorrendo al diritto d’asilo». Il diritto d’asilo è previsto dall’articolo 10 della nostra Costituzione. «Lo straniero al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana ha diritto d’asilo nel territorio della repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge». Perché abbiamo questa norma nella Carta? Perché è stata scritta che erano passati poco più di due anni dalla caduta del fascismo e dalla fine della guerra. Vediamo i nomi di alcuni di quelli che la scrissero. Giorgio Amendola, Giuseppe Di Vittorio, Emilio Lussu, Sandro Pertini, Leo Valiani: tutti costoro, durante il fascismo, trovarono asilo politico in Francia o in Inghilterra. È molto apprezzabile che una serie di personalità della destra, ultimo Alemanno, condannino ora il regime. Le condanne però è meglio esprimerle durante, non 60 anni dopo. Potremmo esercitarci ad immaginare che ogni immigrato che chiede asilo politico sia il Pertini del suo paese. C’è purtroppo quel problema. La Costituzione inattuata. Allora quando siamo censurati dall’Europa anziché replicare come Malta («Siamo piccoli») proviamo a rispondere con l’esercizio del diritto e non della forza. La differenza con Malta è che l’Italia è un paese grande. Potrebbe essere un grande paese.

unità.it

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