9.5.09

Da Pdf ad Air, caccia allo standard

di Marco Magrini

All'inizio fu il Pdf. Il portable document format nasce nel '93, partorito dalla Adobe di San Josè, nella solita Silicon Valley, nel tentativo di creare uno standard universale per leggere documenti elettronici - giornali inclusi - mantenendo l'impaginazione e indipendentemente dal computer usato. C'è voluto del tempo, ci sono stati errori da correggere, ma alla fine è riuscito nell'impresa. Il Pdf è il formato usato dalle case editrici per distribuire i giornali elettronicamente agli abbonati. Anche di più: il quotidiano che avete in mano, quando nottetempo spedisce le pagine ai centri stampa in Italia e all'estero, non fa altro che inviare un Pdf ad alta risoluzione.
Lo standard di casa Adobe però, non ha salvato i giornali dall'erosione di lettori innescata dell'oceano di notizie gratuite sul web. Nella Silicon Valley, c'è un detto: «Per sostituire una tecnologia, quella nuova dev'essere dieci volte meglio». Al momento, nonostante Rupert Murdoch annunci di voler far pagare le notizie in formato elettronico, non esiste una tecnologia che - nel rappresentare un giornale, con la sua grafica e la sua gerarchia delle notizie - sia dieci volte meglio della carta.
È solo questione di tempo. Laboratori di ricerca e imprese di tutto il mondo stanno lavorando all'anello mancante della rivoluzione editoriale: il software e l'hardware che, messi insieme, migliorino di dieci volte la carta. Allora sì, che il giornale digitale a pagamento potrebbe finalmente funzionare.
La solita Adobe, ci sta provando. Il domani del Pdf si chiama Air. In poche parole, è un ambiente operativo multipiattaforma (Pc, Mac, smartphone) che consente di far girare applicazioni prodotte dalle case editrici - già battezzate appzines, da application e magazines - dentro alle quali si replica, enormemente arricchita, l'esperienza di sfogliare un quotidiano o una rivista.
Immaginate di avere davanti la prima pagina di un quotidiano, più o meno con l'attuale impianto grafico. Però la foto è in realtà una galleria fotografica che si muove con un click (o strusciando il dito sul touchscreen). Oppure può essere un filmato, eseguibile a piacere. Il testo si legge meglio che sulla carta e, con un'altra ditata, scorre in giù o in su. Certo, sono le notizie di ieri, eppure costantemente aggiornate. In alto, scorrono le breaking news. Nella pagina sportiva, i gol si vedono. Nella sezione spettacoli, la lettura della recensione è accompagnata da un brano audio del concerto. Nella rubrica dei giochi, si può ancora fare il cruciverba. Non sarebbe dieci volte meglio della carta?
Al New York Times, scommettono di sì. Il laboratorio di ricerca e sviluppo del giornale, che a Manhattan chiamano forse ingiustamente Gray Lady, la signora in grigio, ha deciso di scommettere su Air. La data di debutto è ignota, ma sia il Times che il fratello International Herald Tribune saranno disponibili come appzine, vere e proprie applicazioni Air che si possono scaricare e poi leggere comodamente, anche senza connessione in rete.
Visto che Air è già scaricabile gratuitamente, qualche sorta di giornale in formato appzine c'è già. (Red)wire è un settimanale di musica che costa 5 dollari al mese e ne dirotta la metà a sostegno dell'Africa. Nel numero gratuito di prova (una prova difficile: per scaricarlo, dovete far credere al server di essere in America) c'è Noel Gallagher degli Oasis che canta una canzone in esclusiva per (Red)wire, seduto in un gabinetto chitarra in mano.
Il bello di Adobe Air è che il giornale si impagina automaticamente a seconda dello strumento usato per leggerlo. Peccato che non ce ne sia ancora uno che non faccia rimpiangere la carta. Il Kindle di Amazon, lanciato anche in una versione più grande e più adatta ai giornali, è fantastico per i libri, ma funziona solo in America (il download avviene tramite una rete cellulare di proprietà Amazon) e le sue ridotte potenzialità (serve solo per leggere) sembrano limitarne l'adozione.
Ma, anche qui, è questione di poco tempo. La Plastic Logic di Cambridge, ad esempio, sta per uscire con il primo schermo a polimeri plastici, pieghevole. Si dice che la Apple presenterà in estate un nuovo tablet, una specie di grande iPhone che potrebbe spiazzare il Kindle. L'ultimo gradino per qualcosa che sia dieci volte meglio della carta, è ormai prossimo ad essere scalato. Forse forse, Rupert Murdoch ha un po' troppa fretta.

ilsole24ore

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