Alessandro Robecchi
                       Egregio ministro Scajola,
forse la stupirò: io non chiedo  le sue dimissioni, e nemmeno chiedo che lei vada in Parlamento a  discolparsi. Anzi, le chiedo il contrario, non ci vada. Lo spettacolo di  Lei che balbetta la Sua versione davanti a pochi oppositori mogi che  leggono il giornale, almeno quello, me lo risparmi. E mi risparmi (sono  sicuro che lo farà) un gesto clamoroso come le dimissioni: le diede già  una volta, e il Suo potere è rinato più forte di prima. Quel che vorrei  comunicarLe anzi è il messaggio di tener duro, di resistere. Ministro  Scajola, resti al suo posto. Con la sua casa di 180 metri quadri vista  Colosseo che sostiene di aver pagato un terzo del prezzo di mercato, la  sua presenza in questo governo del fare non è soltanto giusta, ma  necessaria, direi addirittura didattica, esemplare. Per parafrasare  certi western e certi film di spionaggio, caro ministro, Lei ci serve  vivo, al suo posto, ben visibile.
L'ottanta per cento degli italiani  ha una casa in proprietà. Sa cosa vuol dire andare dal notaio, versare  assegni, firmare un rogito. La proprietà di quelle case è stata  strappata con i denti a forza di sacrifici, e mutui, e tassi esosi, e  banche bastarde, e aiuti delle famiglie che hanno messo da parte due  soldi quando Voi non c'eravate ancora. Gli italiani saranno anche  smemorati e ipnotizzati dalla propaganda del Suo Capo, ma sanno che  quella casa lì, sua o della sua figliola, non so bene, non la paga  610.000 euro nemmeno la Madonna di Medjugorje, che il mercato sarà scemo  - io ne sono certo - ma non così scemo. Resti al suo posto, ministro.  Lei è l'emblema vivente di quanto sa osare l'inosabile questa cricca che  ci governa, fitta di favori, di scorciatoie, di furbizie private, di  trucchi contabili, di soldi facili.
Lei è prezioso ministro. E ancor  più prezioso è quando piagnucola sull'attacco alla Sua famiglia. La  famiglia, il grande valore della destra italiana. La famiglia, bene  morale supremo a cui intestare appartamenti, patrimonio di affetti per  cui chiedere compiacenze, raccomandazioni, piazzamenti di favore,  assunzioni, prebende, candidature, contratti.
Dietro le Vostre  famiglie, signor ministro, ci sono le nostre famiglie, che trovano i  posti migliori - che magari meriterebbero per merito - sempre occupati,  perché le Vostre illustri casate sono arrivate prima, col lampeggiante e  la corsia preferenziale. Mai che si trovi qualcuno di Voialtri,  ministro, il cui figliuolo fa il manovale nel nord-est, o il precario  stagionale, o la sciampista alla Magliana. La vostra rete di potere -  dico vostra perché in questi giorni Lei ne è l'emblema - è questo mix  medievale di privilegi e sprezzo del popolo, parola con cui  vergognosamente Vi baloccate.
La figlia di Scajola, i figli di  Berlusconi, il figlio di Bossi, il genero di Letta, il pargolo di Pinco,  la moglie di Pallino, quell'altro che vuol fare l'attore, i cognati con  appalto al seguito, le nuore prestanome: il vostro amore per la  famiglia è questo, signor ministro. Tanto che assistiamo in questi  giorni sui giornali della destra a un fitto rimproverarsi contratti  (pubblici) per mogli e suocere, tutto all'ombra del più grande conflitto  d'interessi che il mondo ricordi. Il pubblico ignaro scambia questo  clima da basso impero per un effetto collaterale della Vostra politica,  ma si sbaglia: esso è la vostra politica, pura e semplice. Resti al suo  posto, ministro Scajola. Lei ci serve per parlare con i nostri amici  francesi, inglesi, tedeschi, americani (ne abbiamo, sa?) per spiegare  cosa siamo diventati quaggiù. Ci è prezioso per raccontare anche ai  vostri entusiasti elettori chi hanno votato veramente. Continui, la  prego, a dire di aver comprato 180 metri quadri con vista sul Colosseo a  610.000 euro. Qui non si reclama la giustizia, non si chiamano i  carabinieri, non si chiede aiuto alla magistratura, non si fa appello al  buon senso, al buon gusto o all'onestà. Tenga duro ministro, non molli.  Siamo un po' confusi tutti, i concetti astratti non ci piacciono più,  ci piacciono invece gli esempi concreti. Ogni volta che penseremo a come  è immobile, bloccato, arretrato e triste questo Paese penseremo al Suo  salotto, al Suo condominio signorile, ai Suoi infissi di pregio  acquistati al prezzo di un trilocale marcio in periferia. E' bello che  lo spessore morale di una classe dirigente abbia una faccia, e questa  volta - perdoni - è la Sua.
Cordialmente.
 
 
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