27.10.08

Provaci ancora e-book

di Federico Ferrazza
Dopo una falsa partenza, ora il libro elettronico torna in versione 2.0: molto più pratico, radevole, facile da usare. E con investimenti enormi alle spalle

David Farrow ha passato l'ultimo mese sulla Quinta Strada di Manhattan. Non è un clochard né un fanatico di shopping: è stato lì per lavorare e rilanciare una delle tecnologie più suggestive (ma che finora non ha riscontrato un grosso successo di pubblico) degli ultimi anni: l'e-book, il libro in formato digitale. David, infatti, ha vissuto dentro la vetrina di uno dei negozi di elettronica più importanti della Quinta leggendo 24 ore al giorno sull'ultimo lettore di e-book della Sony: un'iniziativa promossa dal colosso giapponese in occasione del mese nazionale del libro. Il nuovo lettore di Sony si chiama PRS-700, è un dispositivo dotato di tecnologia touch screen e ha un'autonomia di 7.500 pagine di lettura continua. Ma non è l'unico uscito negli ultimi mesi sul mercato. La prima a inaugurare la nuova ondata di lettori di e-book è stata, qualche mese fa, Amazon. Che con il suo lettore Kindle ha pianificato una strategia che coinvolge anche il negozio on line di libri: i testi in formato digitale costano la metà di quelli cartacei e si possono scaricare per essere letti su Kindle stesso. Anche Philips, tramite il suo partner iRex, ha lanciato un nuovo lettore: il Digital Reader 1000, un dispositivo con un Giga di spazio capace di contenere circa 20mila pagine. C'è poi la Plastic Logic, azienda specializzata in schermi flessibili (e in alcuni casi addirittura arrotolabili), che ha annunciato la prossima commercializzazione di un suo lettore, con uno schermo da 13 pollici.Un fermento, quello intorno all'e-book, che sta anche nelle previsioni di mercato di diversi analisti. Secondo iSuppli, per esempio, le vendite di e-book avranno un giro d'affari di 291 milioni di dollari nel 2012, tanti soldi se si considerano i 3,5 milioni del 2007. Anche nel mondo dell'editoria classica, per la prima volta, ci sono opinioni che fanno ben sperare sul futuro del libro elettronico. Durante l'ultima fiera del libro di Francoforte, infatti, l'e-book è stato al centro dell'attenzione e - secondo un recente sondaggio - il 70 per cento degli editori si dice pronto a passare al digitale e il 40 crede che entro dieci anni le vendite dei libri elettronici supereranno quelle dei testi tradizionali. Il direttore della fiera tedesca, Joergen Boos, si è sbilanciato dicendo che "i nuovi lettori hanno creato le condizioni per fare del lettore di e-book un prodotto di massa". E perfino diversi gruppi ambientalisti sposano la causa dei libri elettronici che potrebbero salvare la vita di moltissimi alberi.Ma perché l'e-book è tornato di moda e si ripresenta alla sfida con il mercato? "Effettivamente gli e-book hanno avuto una falsa partenza agli inizi degli anni 2000. Ma ora c'è l'inchiostro elettronico, l'e-Ink, una rivoluzione tecnologica che sta rilanciando questo mercato", spiega Antonio Tombolini, fondatore e amministratore di Simplicissimus Book Farm, società che si occupa di e-book in Italia. L'e-Ink 'vive' all'interno di quasi tutti gli e-book di ultima generazione. Si tratta di una tecnologia che manda in pensione - per i libri elettronici - gli schermi a cristalli liquidi (Lcd). Un cambiamento di non poco conto visto che i monitor Lcd, emettendo luce, affaticano la vista mentre l'inchiostro elettronico sfrutta la luce ambientale, riflettendola. Ciò fa sì che i nuovi e-book si comportino come i libri tradizionali: non abbagliano i lettori e possono essere letti in qualsiasi condizione a patto che ci sia una fonte luminosa. I loro monitor, inoltre, non vengono 'oscurati' dalla luce del Sole come avviene con gli schermi Lcd.La tecnologia dell'e-Ink nasce al Mit di Boston (da cui è nato lo spin-off E-Ink Corporation) e la prima azienda a investirci è stata Philips che poi ha rilasciato il brevetto alla P.V.I. di Taiwan, ora produttrice di quasi tutti gli schermi per e-Ink (tranne che di quelli di Philips che si è riservata il diritto di produrli in proprio).Un altro fattore determinante per la diffusione degli e-book è ovviamente rappresentato dai contenuti. E anche qui, le cose stanno cambiando in meglio. L'editore britannico Random House, per esempio, pubblicherà entro dicembre 1.000 nuovi titoli sia per Sony (che ha un suo negozio all'indirizzo ebookstore.sony.com) sia per la libreria on line Waterstone's: di questi il 50 per cento saranno novità e il 50 per cento da catalogo. I negozi on line iniziano dunque ad avere un magazzino di discrete dimensioni: Amazon ha 185 mila titoli e Waterstone's 150 mila.Nonostante questo periodo di rinascita degli e-book, ci sono ancora alcuni aspetti da chiarire che ancora possono frenare il boom. Il primo riguarda la ritrosia di molti editori a mettere a disposizione in formato digitale i propri libri: la paura è che i titoli vengano copiati e distribuiti gratuitamente su Internet. "Ma gli editori si devono rendere conto che i titoli vengono comunque scaricati illegalmente", dice Tombolini: "Qualche tempo fa ho fatto un piccolo esperimento: sette dei dieci titoli della top ten italiana delle vendite erano scaricabili dalla Rete. Significa che c'è una domanda non intercettata da chi potrebbe rispondere in modo legale. Negli Usa gli editori hanno cominciato a comprendere il fenomeno, imitando l'industria musicale: quando iTunes ha cominciato a vendere brani tutti si sono chiesti perché, visto che erano già scaricabili gratis. Eppure la mossa si è rivelata vincente. Bisogna che gli editori si convincano a rilasciare i diritti. Tra tutti gli editori il mondo della scolastica è il più ostile: il formato elettronico deve essere venduto a un prezzo inferiore rispetto al cartaceo".Il secondo aspetto da affrontare è quello degli standard. Ci sono infatti diversi formati di e-book (tra i più importanti l'e-pub dell'Idpf e il Pdf): "Esiste un problema di compatibilità tra i formati disponibili (che sono di proprietà) e i diversi lettori. Non è pensabile per un editore gestire 7-8 formati diversi, perché questo richiede di fare lo stesso lavoro 7-8 volte", dice Cristina Mussinelli, consulente dell'area editoria digitale dell'Associazione editori italiani.In molti, poi, credono che alla consacrazione dell'e-book manchi ancora un dispositivo che faccia da traino per il mercato (un po' com'è stato l'iPod per i lettori di musica). Anche se c'è chi, come Mussinelli, ritiene che in ogni caso i lettori puri e semplici potrebbero non sfondare mai: "Penso che gli e-book potranno avere più successo su dispositivi integrati sempre più portatili, piccoli, leggeri e multifunzionali e che non sia solo un lettore di libri elettronici. Non credo possa avere successo un dispositivo che si limita a immagazzinare libri e documenti, per quanto utile possa essere". Insomma, quando ci sarà un telefonino o un lettore videomusicale che leggerà anche i libri, il fenomeno potrebbe esplodere veramente. Anche per la possibilità di cambiare modalità di lettura a seconda della situazione: si legge normalmente il libro, magari in treno, poi lo si prosegue come ascoltandolo con le cuffiette come audiolibro quando si sta guidando. Insomma, quando troverà la 'scatola' giusta, il libro in formato elettronico sembra destinato ad avere successo. Uno dei target possibili esce da una recente indagine dell'Osservatorio permanente sui contenuti digitali italiano: i lettori 'forti' (che leggono una decina di libri al mese) sono anche quelli che accedono più frequentemente alle nuove tecnologie. Loro potrebbero rappresentare quella fetta di mercato interessata a scaricare i titoli che si trovano meno facilmente in libreria. è la famosa 'coda lunga' dell'editoria, la possibilità di comprare in digitale titoli usciti dal giro delle librerie cartacee. Un affare anche per gli editori di libri, se solo se ne rendessero conto.
ha collaborato Tiziana Moriconi
espresso.it

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