13.5.13

Volevo essere in piazza contro B. e i suoi squadristi

Aldo Busi - (Il fatto quotidiano)

Come mi sarebbe piaciuto sabato scorso essere a Brescia a protestare contro Berlusconi e il suo manipolo squadrista ed esprimere la mia solidarietà ai magistrati attaccati e vilipesi, due per tutti, due donne valorosamente esemplari e due esempi di valore, due funzionari pubblici che fanno il loro dovere senza piegare la testa ad alcun ricatto, che non acconciano la veri-tà-che-non-si-può-dire, che scoperchiano le nauseabonde pignatte industrial-istituzionali senza aver prima collaborato a farci un buco sotto e che pertanto sono costrette ad assumere valenze di eroismo per alcuni, me compreso, e di demonizzazione per i loro interessati detrattori, anche all'interno della magistratura stessa, a loro estraneo: Annamaria Fiorillo di Milano e Patrizia Todisco di Taranto. Ma sono piaceri legati al senso della doverosa presenza civile che non mi posso più permettere perché è la vecchiaia a non permettermi più di metabolizzare in tempo l'amarezza prima di sovraccaricarla d'altra, e non si può crepare per un ideale politico e una pratica di vita non condivisi da nessuno; se appena appena riesco a plagiarmi in tempo, mi rifiuto. Se l'Italia fosse invasa dalla Slovenia, per esempio, sono sicuro che d'istinto passerei al nemico, ma poi, a mente fredda, mi chiederei, "Sì, ma quale dei due?". Troppe volte mi sono unito a cortei, a marce, a raduni (Milano al Tribunale, Roma in Piazza del Popolo, qui a Montichiari contro la calcolata xenofobia della Lega eccetera) e ogni volta le ho prese da entrambe le parti: guardato con sospetto e isolato dalla parte con la quale stavo ed esposto alle percosse (mai arrivate, in verità, ma il rischio c'era) e alle offese, del momento e soprattutto tardive, dell'altra contro cui manifestavo, entrambe le parti fatte di evasori, puttanieri, leccaculo, laici e atei ma anticlericali mai, furbastri, pedofili, omofobi in generale e, in particolare, omofobi omosessuali della domenica, razzisti, odiatori delle donne, riccastri con le badanti in nero, spacciatori e cravattari di sinistra, tronfi analfabeti, evasori fiscali, delinquenti abituali e di passaggio, drogati, alcolizzati, finti invalidi, parassiti di mestiere precari per elezione con la sola vocazione del figlio di papà, insegnanti ignoranti e fessi come campane crepate, brutte e idiote fighe isteriche convinte di riscattarsi nella bellezza dell'impegno più intelligente e vecchie vampire emancipate che hanno anche gli amici gay, sindacalisti senza arte né parte a parte l'arte di godere di uno sti-pendio sicuro per mediare con un ulteriore giro di vite sull'insicurezza sempre più strutturale dei loro iscritti, malati del gratta-e-vinci, delle slot, dei programmi dove si regalano soldi e illusioni canore, ipocriti, omertosi, dop-piogiochisti, entrambe fatte, infine, di cattolici e di fascisti dentro, di italiani in gran parte interscambiabili.

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