29.4.09

Digitale terrestre, sintonizzatori: zapper o interattivi mhp? Ecco come scegliere

di Federico Rocchi

Dopo la Sardegna, scocca sull'orologio digitale terrestre la campana dello switch-over anche per il Lazio, Piemonte e Campania. La fase in cui Raidue e Retequattro saranno trasmesse soltanto in tecnica digitale è veramente alle porte e non volendo comprare un nuovo televisore (dal 3 aprile sono in vendita soltanto televisori con sinto digitale incorporato) l'acquisto di un sintonizzatore digitale separato o "decoder" (o "sintodecoder" per dare conto a tutte le possibili interpretazioni) diventa improrogabile per tutti quelli che ne siano ancora sprovvisti. Ad oltre quattro anni dalla distribuzione dei primi modelli non è ancora facile orientarsi nell'offerta di questi apparecchi che, almeno al primo sguardo, si somigliano davvero molto. Per dare una mano nella scelta, quindi, più che costruire elenchi di modelli che saranno presto sostituiti pensiamo sia più utile dare le informazioni di base per giudicare di persona gli apparecchi, magari dando uno sguardo alla parte posteriore, dove si trovano le prese di connessione che spesso sanno dire molto delle caratteristiche incorporate.

I sintonizzatori per la televisione digitale terrestre possono essere divisi nelle due più generali categorie di "zapper" e "interattivi mhp", con prezzi molto diversi fra loro: un sintonizzatore "interattivo mhp" costa in questo momento almeno il doppio di un sintonizzatore "zapper" ovvero "non interattivo". Per interattività s'intende sia la possibilità di usufruire dei "servizi di accesso condizionato", cioè dei servizi "pay per view" di televisione a pagamento, sia delle "applicazioni mhp", cioè i software da gestire con il telecomando. Un sintonizzatore "interattivo" contiene al suo interno alcuni elementi che il semplice "zapper" non possiede, come lo "slot" (alla vista è una semplice fessura) per inserire la carta di accesso condizionato ed anche un modem per la trasmissione dei dati "di ritorno" attraverso la normale linea telefonica analogica. Questa è una giustificazione, seppur non completamente convincente, circa la differenza di prezzo. In queste ultime settimane i prezzi si sono decisamente stabilizzati e non sono molto diversi da quelli di quattro anni addietro (al netto degli incentivi statali): con trenta euro si porta a casa un sintonizzatore zapper, che può essere usato soltanto per i canali non criptati quindi non per la visione dei canali "premium" di Mediaset e Dahlia, mentre ne occorrono almeno una sessantina per un modello "interattivo".

La scelta fra i due tipi di sintodecoder deve essere consapevole e, magari, non soltanto legata all'immediato ma fatta in prospettiva futura. Innanzitutto bisogna ricordare che i modelli interattivi godono degli incentivi all'acquisto predisposti dal Governo nelle aree interessate, per i cittadini che non ne hanno ancora usufruito e che pagano il "canone RAI". In questo caso la differenza di prezzo con i non interattivi può ridursi drasticamente e quindi perché privarsi della possibilità di vedere anche i canali a pagamento? Inoltre, i modelli interattivi possono usare le "applicazioni mhp", che per il momento non hanno avuto molta fortuna e molto sviluppo ma in futuro, sperabilmente quando il passaggio al digitale sarà compiuto nella sua globalità, le cose potrebbero cambiare. Per questo motivo, soprattutto per il televisore principale, il consiglio è dunque quello di comprare un modello del tipo interattivo. Per i televisori "accessori" oramai presenti in tutte le stanze della casa potrebbe bastare anche un modello più semplice, uno "zapper" non interattivo, tenendo presente che con pochi euro avremo molti nuovi canali, una ricezione perfetta, la lista dei canali facilmente raggiungibile e in più doteremo il vecchio televisore di un nuovo sintonizzatore: spesso infatti, dopo anni di servizio, i sintonizzatori dei televisori a tubo catodico finiscono col guastarsi e un intervento di riparazione verrebbe a costare molto di più dei trenta euro necessari per l'acquisto di un nuovo sinto digitale "zapper".

Riconoscere il tipo di sintodecoder "all'occhio", come si faceva una volta al mercato per i generi alimentari, è semplice. I modelli "interattivi" devono possedere per forza di cose una o due fessure per l'inserimento della carta di accesso condizionato. Avere due fessure piuttosto che una sola è ovviamente una comodità perché si possono mantenere dentro l'apparecchio due carte nello stesso momento. Di solito le fessure ("slot" in lingua inglese) si trovano sulla parte frontale dell'apparecchio ma esistono anche delle eccezioni, come nel SAGEM ITD70 che ha lo spazio per inserire la carta CA sulla faccia inferiore del mobile risultando quindi invisibile. Questo piccolo sintodecoder offre altre peculiarità rispetto agli altri: può essere agganciato sul retro del televisore perché non ha un display sul frontale, il ricevitore del telecomando è praticamente omnidirezionale ed è alimentato a 12 volt, quindi può anche funzionare sui mezzi mobili o in barca, il tutto ad un prezzo molto contenuto rispetto ai modelli appositamente progettati per quegli usi specifici.
In effetti, stante la diffusione di televisori a schermo piatto, spesso non si sa dove mettere un apparecchio con forma tradizionale e display da mantenere visibile. Oltre al Sagem ci sono altre eccezioni. Come lo Humax "DTT-Nano", ad esempio. E' miniaturizzato al punto di essere inglobato in un unico piccolo involucro con la spina SCART. Questo tipo di sintonizzatore, del tipo "interattivo mhp", si collega direttamente alla presa SCART sul retro del televisore, risultando invisibile anche nel caso in cui il TV sia del tipo a schermo piatto. Esiste una sola controindicazione: la qualità della riproduzione è influenzata dall'obbligatorio collegamento SCART analogico con il televisore.

I moderni televisori a schermo digitale hanno bisogno, per funzionare al meglio delle loro possibilità qualitative, di un segnale che non sia passato attraverso molte "conversioni analogico-digitale e digitale-analogico". Per questo motivo tutti i televisori LCD o Plasma sono dotati sul retro di almeno una presa di ingresso digitale e spesso ne hanno più d'una. Ne esistono di due tipi anche se il primo, detto DVI (Digital Video Interface), è in via di rapida sostituzione con il secondo e decisamente più pratico HDMI (High Definition Multimedia Interface). E' facile riconoscere i due tipi di collegamento: la presa DVI (usata anche dalle schede video dei computer) è rettangolare, abbastanza grande e bianca, con molti contatti a vista. La presa HDMI invece è molto più piccola, di forma schiacciata e con i contatti invisibili allo sguardo superficiale, somiglia ad una presa USB leggermente più larga e con i bordi arrotondati. Ci sono differenze anche sul piano "elettrico": il collegamento DVI porta soltanto il video mentre quello HDMI trasferisce anche l'audio digitale e prevede di norma l'uso del sistema di criptazione HDPC (opzionale nella connessione DVI) indispensabile per la visione di contenuti protetti. Non esistono sintodecoder per la televisione digitale terrestre con uscita DVI ma ne esistono alcuni, i più recenti, con uscita HDMI. Disporre di un sintodecoder con uscita HDMI, e di un collegamento con il televisore tramite cavo HDMI, è consigliabile per avere la massima qualità visiva con le trasmissioni digitali di oggi a risoluzioni standard e diventa indispensabile per le trasmissioni digitali in alta definizione. Nel caso in cui il vostro televisore abbia sul retro soltanto una presa di tipo DVI potete comunque collegare in digitale il sintonizzatore esterno utilizzando un cavo adattatore HDMI-DVI. La visione di un canale HD anche ridotto a "sole" 720 linee, per esempio quelle a disposizione con un "vecchio" TV del tipo "HD ready" è sempre uno spettacolo.

L'argomento "alta definizione" merita un piccolo approfondimento. Per poter godere di una visione ad alta definizione, che sarà realtà sin dal 2012 perlomeno per tutti i canali Mediaset, serve un sintodecoder con due caratteristiche ben precise: un circuito di decompressione capace di trattare l'algoritmo MPEG-4 e un apparecchio con uscita HDMI. Per quanto riguarda il primo requisito, esso è necessario perché per trasmettere un flusso di immagini ad alta risoluzione piena (1080 linee), quindi contenente più "informazione" rispetto al normale quadro PAL della televisione tradizionale (capace di circa 500 linee), è necessario l'uso di un algoritmo di compressione più efficiente rispetto all'MPEG-2, usato da anni sia nella televisione digitale a definizione standard che nei dischi DVD. L'algoritmo di compressione MPEG-4 consente di trasferire un flusso video a 1080 linee in una larghezza di banda pari a circa 12 Mb al secondo: in ogni frequenza TV, dove prima veniva trasmesso un solo canale analogico, passano circa 24 Mb/s e quindi possono essere diffusi due canali ad alta definizione. Purtroppo c'è da segnalare che i sintodecoder esterni con decompressore MPEG-4, da collegare al televisore di casa con cavo HDMI, non sono molti, anzi è piuttosto difficile trovarli nel negozio sotto casa probabilmente per motivi di marketing. Volendo acquistare proprio un modello di sintodecoder abilitato all'MPEG-4 è possibile, però, fare subito una scelta drastica con sguardo rivolto al futuro e scegliere un apparecchio "integrato", come il Telesystem TS4600HD-CI, che è contemporaneamente sintodecoder digitale terrestre e satellitare, capace di trattare i segnali HD sia terrestri che satellitari ed anche di utilizzare una "common interface" per visualizzare i canali a pagamento. Come se non bastasse può anche visualizzare foto, video e file mp3 prelevandoli da una memoria esterna di tipo USB ed il sintonizzatore satellite è del tipo DVB-S2, quindi del tipo più recente, adatto alla ricezione delle trasmissioni HD da satellite. Per inciso, questo sintonizzatore dovrebbe essere in grado di ricevere anche le trasmissioni di TiVù Sat che replicheranno i canali terrestri "rimbalzandoli" sui satelliti Eutelsat.
Esistono anche apparecchi "combo" per la ricezione dei programmi a risoluzione standard, ma dotati della capacità interattiva "mhp" come lo Humax Combo 9000. Uno sguardo alla parte posteriore dell'apparecchio può sempre facilmente chiarire se è incorporato un modem che quindi rende il sintodecoder "interattivo" del tipo mhp: basta che sia presente la presa per il cavo telefonico a quattro contatti, di tipo tradizionale come quello di qualunque telefono. Anche se questi apparecchi "combo" costano di più di un solo sintonizzatore, oltre 150 euro, essi rimangono comunque competitivi perché questa cifra non è lontana dalla somma richiesta assemblando intorno al proprio TV i due sintonizzatori separati, con la comodità di avere un solo "set top box" (con meno cavi ad affollare la parte posteriore) anche posizionato... "sotto il box", sul mobile che supporta il televisore.

Concludendo, possiamo suggerire di controllare prima dell'acquisto altri particolari che normalmente sfuggono nell'affollamento e nella fretta dei negozi di elettrodomestici e televisori. La qualità del telecomando è un aspetto importante perché nella pratica sarà con quello che avremo a che fare, spesso i sintodecoder non hanno nessun tasto sul frontale. Purtroppo, per mantenere i costi bassi, i modelli più popolari hanno telecomandi poco ergonomici, di tipo standard e di solito con tasti piccoli e gommosi. Ovviamente non esiste un telecomando perfetto ma se possibile è meglio provare ad utilizzarlo prima dell'acquisto, tenendo presente che è molto comodo avere un tasto per la guida elettronica dei programmi EPG a portata di dito, così come i quattro tasti principali per sfogliare i canali verso l'alto e verso il basso e per il volume. Un'occhiata all'interfaccia dell'apparecchio visualizzata sullo schermo quando si impartisce un comando, infine, non guasterebbe: moltissime persone trovano comoda la possibilità di chiamare la lista dei canali memorizzati e scorrerla con i tasti up e down, se la lista è poco visibile o lo scambio dei canali troppo lento il funzionamento può essere fastidioso e addio zapping. In ogni caso, però, anche con i modelli più economici la qualità audio e video della trasmissione digitale non ha uguali e cancella in un sol colpo tutti quei problemi, come doppie immagini, effetto nebbia e incostanza fra i diversi canali, che da sempre affliggono le installazioni meno fortunate. Un vantaggio oramai irrinunciabile e alla portata di tutti.

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